Roma. Al McDonald's raid di notte con sassi e mazze
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Attentato al McDonald's raid di notte con sassi e mazze La sede di Bravetta era già stata presa di mira altre volte. I precedenti in città
FEDERICA ANGELI
Distrutte con mazze da baseball e sassate le quattro vetrine del Mc Donald's di via di Bravetta. L'ennesimo attacco al colosso americano, l'ultimo è dello scorso venticinque marzo, è avvenuto la notte tra sabato e domenica poco dopo l'orario di chiusura. I residenti del quartiere, svegliati dal rumore di vetri infranti e dalle grida dei teppisti, hanno immediatamente chiamato i carabinieri. Ma quando una gazzella della stazione Bravetta è arrivata sul posto il gruppo di «militanti antimperialisti» era già fuggito, senza fare in tempo a firmare il sabotaggio. Non è la prima volta che il Mc Donald's di via di Bravetta è nel mirino dei vandali: a gennaio la serratura della porta d'ingresso venne danneggiata; a carnevale i muri e le vetrine vennero imbrattati, con bombolette spray, di scritte antistatunitensi; e, non molto tempo fa, ancora una chiave spezzata nella serratura. Gli inquirenti non si sbilanciano sulla vicenda ma probabilmente il sabotaggio della scorsa notte può collegarsi a tanti altri attentati contro i Mc Donald's e i negozi della catena di videonoleggio «Blockbuster» della capitale, sui quali la Digos da tempo indaga. Tre settimane fa una bomba carta era scoppiata in via San Crisogono, a cento metri dall'affollato Mc Donald's di piazza Sonnino, nel cuore di Trastevere. Ignoti avevano sistemato il rudimentale ordigno di fronte al palazzo del Monopolio di Stato, dove si fanno le estrazioni del Superenalotto. Fortunatamente lo scoppio non ha provocato danni né feriti. Un anno fa l'allarmebomba scattò in diversi negozi Blockbuster: tra i video che vengono consegnati automaticamente, durante la notte, nella buca del selfservice furono lasciate quattro custodie nere dalle quali spuntavano fili elettrici e un timer digitale. Solo dopo l'intervento degli artificieri nei punti noleggio di Circonvallazione Trionfale, di via Torrevecchia e nel negozio di via Portuense, si scoprì che si trattava di finti ordigni. La messa in scena fu rivendicata da un sedicente «Nucleo armato antimperialista» che lasciò un messaggio di poche righe: «Questa volta abbiamo scherzato, la prossima faremo sul serio». Una molotov «antiAmerika» fu sistemata, il 6 maggio ‘99, davanti alle vetrine del Blockbuster di via Conca d'Oro al Nuovo Salario. I danni furono minimi: rimase annerita la vetrina e la plafoniera dell'insegna. Secondo le ricostruzioni della Digos la bottiglia di mezzo litro piena di liquido infiammabile, con uno straccio acceso infilato dentro, fu lanciata per protestare contro la guerra nei Balcani. Poco tempo dopo, nella stessa notte, a distanza di mezz'ora uno dall'altro, tre negozi, sempre della catena americana Blockbuster, furono colpiti in tre diversi quartieri: Tuscolano, Collatino e Trionfale.
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