4/9/2007 ore: 11:11
Rinascente cresce con le griffe
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Pagina 17 - Economia e imprese Retail. Radice spiega le strategie di rilancio del gruppo: nuovi brand in arrivo e a Milano si aprono cinque ristoranti MILANO L'effetto grandi marchi funziona: alla Rinascente di Milano, da cui arriva il 45% circa del fatturato comlessivo della catena di 16 grandi magazzini, le vendite quest'anno sono già aumentate del 30%. In Piazza del Duomo ora sono presenti poco meno di venti griffe internazionali e l'anno prossimo è in arrivo un nuovo brand, italiano, tra i più conosciuti al mondo. In Italia è la prima volta che un grande magazzino riesce ad attrarre tante firme: è stato difficile? «Non troppo. L'importante è creare un contesto molto attraente» risponde l'amministratore delegato (e azionista) Vittorio Radice, 49 anni, cui nel 2005 è stato affidato il rilancio del gruppo la Rinascente. Nasce anche da qui la necessità di un completo restyling degli ambienti. Nella sede di Piazza del Duomo (dove ogni anno passano 14 milioni di persone) i lavori procedono e a fine settembre riaprirà il settimo piano, con cinque punti di ristoro (ristoranti, bar e sushi) e un food market dove saranno in vendita un migliaio di prodotti alimentari artigianali, tutti made in Italy. Nel 2008 sarà pronto il nuovo sottopiano, trasformato in uno spazio dedicato a prodotti di design. In più arriverà anche l'elettronica di consumo: «Un reparto piccolo - spiega Radice - ma molto fresco di novità». È possibile che qui si potrà acquistare, quando arriverà in Italia, anche l'i-phone di Apple. Trovare le novità, infatti, è uno dei punti chiave, secondo l'amministratore delegato, del successo di un grande magazzino. «Il mio obiettivo - dice - è farne un punto di incontro, aperto e sicuro, dove la gente viene a fare un giro, a vedere e provare le novità. Come andare in vacanza per un'ora». Il programma di restyling procede anche negli altri punti vendita: «A Roma Fiume stiamo rifacendo le scale mobili - spiega Radice -: un investimento non da poco, visto che hanno ben 47 anni». Anche questa è una spesa che si riflette sul bilancio finale, che quest'anno chiuderà con un ebitda positivo e ricavi in linea con l'anno passato (intorno a 360 milioni) nonostante la chiusura di tre punti vendita (Bergamo, Bari e Grugliasco). Quello che rallenta i tempi del rilancio («In Inghilterra avremmo già fatto tutto» sostiene Radice, che prima di venire a Milano ha lavorato a lungo a Londra) sono gli intoppi burocratici. I tempi per aprire i nuovi punti vendita a Roma, Napoli e Palermo restano incerti, i progetti sono pronti ma per ogni spazio che superi i 250 metri quadri occorre una deroga alla legge. Anche tenere aperto la domenica non è facile: solo i Comuni di Milano, Firenze e Roma hanno concesso questa possibilità. A Padova il negozio è chiuso anche il lunedì mattina. «Proprio la domenica - ricorda Radice - è il secondo giorno della settimana per fatturato, dopo il sabato». Intando, dopo aver firmato l'accordo per uno spazio di 6mila metri quadri nel nuovo quartiere di Santa Giulia a Milano, la Rinascente guarda avanti: «Se in futuro - fa sapere Radice - i grandi shopping center saranno di qualità sufficiente noi saremo pronti a scendere in campo». Poi si profila anche il ritorno in Borsa? Radice sorride: «Per ora è davvero troppo presto. Un lavoro di trasformazione come quello che stiamo facendo sarebbe impossibile se fossimo quotati». |