5/3/2007 ore: 10:25
Rimini, il tonfo del furbetto fa tremare il Grand Hotel
Contenuti associati
Pagina 9 - Interni IL CASO Dipendenti preoccupati: che succederà? fa tremare il Grand Hotel Ne parlano i sindacati, che raccontano dell'agitazione dei dipendenti. Anche per le poche informazioni sull'esito del passaggio tra la vecchia proprietà e la nuova: è perfezionato, non è avvenuto? Da Coppola ci si attendeva un nuovo smalto per questo albergo d'altri tempi, che per la città è la bandiera di un turismo sempre in cerca di evoluzione. «Il Grand Hotel resterà un gioiello», aveva dichiarato Coppola solo pochi mesi fa, quando a Rimini era apparso l'annuncio dell'imminente acquisto. Era conscio, diceva, di avere acquistato non un altro albergo per una catena, «ma un monumento nazionale, al quale ci avvicineremo con tutto il rispetto che merita». Allora, c'era la paura che si potesse trasformare in qualcos'altro, quel tempio ospitale per re Faruk, per i convegni amorosi di Mussolini e Claretta Petacci, per la principessa Diana, invitata alle giornate di studio del Centro Pio Manzù. Per settimane il sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli, ha aspettato Coppola per «un confronto sui progetti e le iniziative in grado di consolidare la magia di un simbolo». Ora ha la preoccupazione che cada «in labirinti che rischierebbero di comprometterne il futuro e dunque la valenza per l’intera città». Ora, dice Sergio Zavoli, «la notizia che il Grand Hotel è caduto nelle mani del più spregiudicato affarismo mi riempie di malinconia: penso a quel filo d'amore che lo legava a Fellini, il cui bandolo è rimasto tra le dita della nostra rassegnata imprevidenza». |