29/4/2011 ore: 6:58

Quell`esercito di persone che lavora il 1° maggio

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Il calendario, beffardo, quest`anno ha voluto che il primomaggio cadesse anche di domenica. E questa domenica primo maggio del 2011 non passerà alla storia per aver costretto alcunecategorie, come il terziario, con in testa la Confcommercio, a rispolverare leggi vecchie di ottant`anni, ma ancora valide, in alcune parti. Chi decide chi lavora? E quali giorni sono festivi? Oggi alla prima domanda rispondono, tra l`altro, la legge 22 febbraio 1934, n. 37o, il decreto legislativo 66 del 2003 e i contratti collettivi nazionali dilavoro. Per alcune categorie di lavoratori la legge, in Italia, stabilisce infatti delle eccezioni
per il riposo settimanale e nelle festività. Alla seconda domanda rispondono invece le religioni e lo Stato. Mettendo insieme la religione cattolica, lo Stato italiano e il patrono locale, le festività nel nostro paese diventano le domeniche, il primo dell`anno, l`Epifania, il 25 aprile, il lunedì di Pasqua, il primo maggio, la Fondazione della Repubblica, l`Assunzione della Beata Vergine, Ognissanti, l`Immacolata Concezione, Natale, il 26 dicembre, il santo patrono.
Nel dibattito ieri ha preso una posizione anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi che ha spiegato: «Il primo maggio è la festa del lavoro e come tutte le feste è un giorno di riposo: questa è la norma che tollera eccezioni, che possono essere apprezzate dalle parti sociali e dalle amministrazioni locali con buon senso e non con ideologia». A proposito delle aperture dei negozi nelle città il primo maggio, osserva che «occorre duttilità di settore e di territorio, perchè una città turistica è diversa da una che non lo è. La nostra cultura ci porta a riconoscere la domenica come un giorno importante di risposo», ma mettiamo da parte «contrapposizioni ideologiche», dice il ministro.
Vediamo allora cosa dice la norma. Se è vero che in Italia il riposo settimanale coincide con la domenicaper la stragrande maggioranza dei lavoratori, è altrettanto vero che già la legge del 1934 stabiliva delle deroghe per il riposo per alcune categorie. E banale ricordarlo ma ci sono molte centinaia di migliaia di lavoratori che la domenica o nelle festività vanno al lavoro. Baristi, fiorai, edicolanti, pasticceri, camerieri, tranvieri, ferrovieri, giornalisti. Già perché senza questi professionisti la domenica chi guida i mezzi di trasporto? E seni a il giornalista chi scrive i giornali che leggiamo il lunedì o i siti internet che consultiamo la domenica stessa? Chi assiste e cura i malati in ospedale? L`elenco è davvero lunghissimo e comprende una schiera dipersone che silenziosamente, retribuite con le maggio-
razioni previste dalla legge e dai contratti collettivi nazionali di lavoro, continuano a far muovere la macchina che comprende molti ingranaggi: quelli che hanno un`utilità sociale, così come quelli che alimentano la produzione. O i consumi. Facile ribattere: ma che bisogno c`è di andare a fare la spesa o a comprarsi un vestito o un paio di scarpe proprio domenica primo maggio? O mantenere operativo un altoforno proprio quel giorno? Se lo si chiede a un newyorkese, al quale spesso capita di andare a comprare illatte anche la domenica a mezzanotte, non capisce il senso della domanda,se lo chiedete a un italiano invece sì. La risposta sta nella storia, nella cultura, nelle lotte sindacali di molti decenni. Con molte eccezioni, per nulla ideologiche. O con poca democrazia, spesso ideologica. Comunque sempre a seconda dei punti di vista.
Gli stessi che hanno stabilito che ci sono categorie di lavoratori per le quali sono previste delle deroghe all`applicazione della legge che disciplina il riposo settimanale e domenicale e stabilisce che al personale che prestala sua opera alle dipendenze altrui è dovuto ogni settimana un riposo di 24 ore consecutive. Un lungo elenco ma scorrerlo può essere d`aiuto per capire che quella legge non si applica a personale addetto ai lavori domestici inerenti alla vita della famiglia, alla moglie, ai parenti e agli affini non oltre il terzo grado del datore di lavoro, ai lavoratori al proprio domicilio, al personale preposto alla direzione tecnica o amministrativa di una azienda e avente diretta responsabilità nell`andamento dei servizi, alpersonalenavigante, addetto alla pastorizia brada, al personale direttamente dipendente da aziende esercenti ferrovie e tranvie pubbliche, al personale addetto alle industrie che trattano materiaprima di facile deperimento e il cui periodo di lavorazione si svolge in non più di tre mesi all`anno. L`elenco è lunghissimo, lo spazio ne impedisce la trascrizione integrale, ma al di là delle categorie di lavoratori,
ci sono anche regimi particolari di riposo che possono cadere in un giorno diverso dalla domenica per le attività a regime continuo, le attività stagionali o di pubblica utilità, la vendita al minuto e attività affini, i lavori agricoli, le industrie all`aperto, le industrie con periodi di eccezionale attività, gli alberghi, le aziende giornalistiche, lavori di vigilanza, di forza maggiore. Questo esercito di lavoratori non riposa necessariamente nelle festività. il datore dilavoro può richiedere la prestazione di lavoro anche se l`effettivaprestazione avviene in presenza di uno specifico accordo fra le parti. Come quello del commercio che prevede il lavoro domenicale con le modalità di attuazione del riposo settimanale poi concordato tra le parti.

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