8/5/2007 ore: 9:27

Prodi: «Vogliamo abbassare le tasse»

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    martedì 8 maggio 2007

    Pagina 3 - Economia e imprese


    «Vogliamo abbassare le tasse»
      La linea di Prodi: non sono suicida, non farò un’altra Finanziaria di lacrime e sangue

      di Laura Matteucci / Milano

      IL QUADRO Taglio del cuneo fiscale a partire dal primo luglio, come previsto in Finanziaria, impegno a lavorare «con serietà» per la riduzione delle tasse, pareggio di bilancio entro fine legislatura. Il presidente del Consiglio Romano Prodi parla al convegno dell’Unioncamere, e traccia le linee della prossima politica economica del governo. Il quadro è complessivamente positivo, come confermato anche dalla Commissione europea, e permette a Prodi di dire che non sarà costretto al «suicidio» di una Finanziaria dura come l’ultima. «Ho fatto una Finanziaria molto dura sapendo cosa comportava politicamente», dice. I risultati, comunque, «si vedono», dice Prodi ricordando gli apprezzamenti dell’Unione europea, del Fondo monetario internazionale, dell’Ocse e dell’agenzia Moody’s.

      Però: «Non sono un suicida e non voglio quindi farne un’altra - annuncia il premier - E allora il discorso sul cosiddetto tesoretto, termine più orrendo non poteva essere inventato, è molto semplice: va utilizzato in modo che non dobbiamo fare un’altra Finanziaria come questa». In altre parole: «Non possiamo imporre - prosegue Prodi - nuovi tributi o inasprire quelli esistenti, ma si deve andare, a tempo debito ma con serietà, verso la diminuzione della pressione fiscale, perchè ci collochiamo fra i paesi a più elevato peso fiscale».

      Prodi ribadisce le priorità già espresse sull’utilizzo dell’extragettito, a partire dalle politiche sociali: «Ci sono troppe persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese», anziani e famiglie numerose innanzitutto. «Con la massima franchezza - spiega - ritengo che un’azione di politica sociale sia anche una scelta di politica economica, perchè darà un’iniezione alla domanda interna».

      La seconda priorità riguarda la competitività: parte delle risorse andranno alle infrastrutture.

      Un quadro chiaro, come commenta anche Pierluigi Bersani, ministro allo Sviluppo economico: dopo «tante altalene di affermazioni - dice - si comincia a capire per quale prospettiva stiamo lavorando. Prodi l’ha chiarito bene: avendo alle spalle una Finanziaria durissima non vogliamo ribadirla». «Siamo alla ricerca di un equilibrio che ci consenta di fare una Finanziaria molto leggera - conferma - compatibile con uno sforzo, man mano che si liberano le risorse, verso chi ha meno. Questa è la nostra stella polare».

      Il primo intervento, in ordine di tempo, è comunque il taglio del cuneo fiscale, già fissato al primo luglio, reclamato dall’Europa e promesso alle imprese.

      Tutto da realizzare nel rispetto degli impegni per il risanamento del bilancio, perchè - riprende Prodi all’Unioncamere - l’equilibrio dei conti pubblici, insieme alla stabilità monetaria, è «fondamentale per lo sviluppo di lungo periodo». L’obiettivo è ambizioso: «arrivare entro fine legislatura al pareggio di bilancio» e alla revisione del rapporto tra debito e prodotto interno lordo.

      Il Paese ha fatto un «grande sforzo per rimettere in equilibrio» i conti, «risultato del quale si sottovaluta la portata: il percorso è lungo, ma oggi siamo credibili, abbiamo più fiducia», dice ancora Prodi assicurando che riusciremo ad evitare manovre correttive per il 2008. Ammesso di mantenerci «virtuosi».

      E questo implica anche un impegno ad una riconsiderazione della spesa pubblica, a cominciare dalla ridefinizione delle priorità dei ministeri e dalla loro ristrutturazione. A partire dagli impegni assunti con il contratto per i dipendenti pubblici.

      Rigore, ma anche sostegno alla domanda interna, insomma. Anche perchè i segnali di ripresa ci sono, ma l’economia è «ancora fragile», riprende il premier. Fondamentale resta il processo di trasformazione: entrare in nuovi settori di attività, mentre il settore dei servizi deve supportare sempre più il comparto manifatturiero, dove è necessario che le imprese riescano ad aumentare le loro dimensioni.

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