Prima frenata della cassa integrazione
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A gennaio calo del 25%. Sacconi: la ripresa c’è, le risorse basteranno
ROMA— Calano le richieste di cassa integrazione a gennaio 2011 rispetto a un anno fa (-25,5%) ma anche in confronto a un mese prima (-30,3%). Dati Inps che, secondo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, «confermano la ripresa della produzione, anche se selettiva» , ma che i sindacati valutano con più prudenza. Intanto l’indicatore dei consumi di Confcommercio segnala, a dicembre scorso, una diminuzione dello 0,5%in termini tendenziali, a fronte di un -0,9%rispetto a un mese prima, a conferma di «una sostanziale stagnazione della domanda» . Il comparto più dinamico si conferma quello delle comunicazioni e Ict domestico (+2,7%nel 2010 e +2,4%a dicembre). In netta diminuzione invece la mobilità (-8,7%nell’anno e -14,1%a dicembre) a causa dei settori auto e moto. Segnali contrastanti, dunque, sulla tenuta del Paese. Ritornando agli ammortizzatori sociali, a gennaio sono state chieste all'Inps 60,3 milioni di ore. Più in particolare si registra, rispetto a dicembre 2010, un calo del 14,6%per la cassa integrazione ordinaria (cigo), una diminuzione del 44,9%per la cassa integrazione straordinaria (cigs) e una flessione del 16,8%per quella in deroga (cigd). Quanto ai settori, il calo più significativo riguarda l'industria e l'artigianato (-31,6%rispetto a dicembre 2010) e il commercio (-36%). Si conferma anche la flessione delle domande di disoccupazione e mobilità. «È un segnale importante — commenta il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua —. Da 3 mesi anche le richieste della cigd mostrano una decisa flessione» . Più cauti i sindacati. «C'è una parte dell'economia, soprattutto quella legata alle grandi imprese, che riprende, ma il problema resta la disoccupazione» rileva il leader della Cgil Susanna Camusso. Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl, va nel dettaglio: «Sul calo del 44,9%delle richieste di cigs incide probabilmente il raggiungimento, da parte di molte aziende, dei limiti di utilizzo» . E ancora: «Sono centinaia di migliaia i lavoratori ancora in cig e, considerando il livello raggiunto dalla cigs, solo una parte di essi potrà rientrare nelle aziende» . Guardando ai dati tendenziali, in valore assoluto, si riscontra che il calo, un dimezzamento, riguarda la cassa ordinaria, mentre per le altre due forme di ammortizzatori il calo è meno percepibile, soprattutto per la cassa in deroga, cui ricorrono molte aziende che hanno esaurito la cigs. Sacconi è ottimista: «Le risorse disponibili per gli ammortizzatori sociali, tarate peraltro sulle ipotesi peggiori, risultano ancor più sufficienti a garantire la protezione del reddito nell'anno in corso. Gli allarmismi risultano così del tutto ingiustificati»