22/3/2004 ore: 12:36

Prezzi alti e meno stranieri, è allarme

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sezione: TURISMO

data: 2004-03-21 - pag: 17
autore: VINCENZO CHIERCHIA
IL BUSINESS DELLE VACANZE
In flessione nel 2003 gli introiti dagli altri Paesi - Gli italiani sempre più propensi ai viaggi all’estero
Prezzi alti e meno stranieri, è allarme
La Spagna corre, cresce anche la Germania - Gli operatori denunciano: penalizzati da aliquote Iva eccessive
    MILANO • Crisi di competitività anche per l’Italia del turismo. Il monito è venuto — in un momento di profonda incertezza internazionale — direttamente dal presidente della Repubblica: Carlo Azeglio Ciampi, ricevendo gli Imprenditori di Federturismo-Confindustria, ha detto a chiare lettere che «non soddisfa» l’attuale terzo posto dell’Italia tra i Paesi Ue con le maggiori quote del mercato turistico internazionale. Secondo Ciampi l’Italia ha tutte le carte in regola per essere, in Europa, al primo posto, in un settore che può dare «un contributo determinate alla crescita economica e sociale dell’Italia».
    I dati di consuntivo del 2003 non lasciano spazio all’ottimismo, mentre gli operatori sono molto cauti sul 2004. Secondo le stime Uic la spesa dei turisti stranieri in Italia lo scorso anno si è attestata poco sopra i livelli del 1999: 27,6 miliardi di euro contro i 26,7 di cinque anni fa. Rispetto al picco del 2000, quando i turisti stranieri in Italia spesero oltre 29,9 miliardi di euro, oggi mancano all’appello circa 2,3 miliardi di euro. Tra 2002 e 2003 è stata rilevata una flessione del 2,1 per cento.

    La spesa media di un turista straniero è attestata lo scorso anno - secondo le stime Uic-Ciset - intorno a quota 8• euro.
    Nel frattempo gli italiani viaggiano sempre di più e quindi spendono oltreconfine: quest’anno sono stati stimati almeno 18,1 miliardi di euro con un aumento del 2,1% sul 2002. La crescita è stata costante, tra il 2003 e il 1999, quando l’Uic rilevò poco più di 15,8 miliardi di euro spesi dai turisti italiani oltreconfine.
    Questa tendenza sta riducendo l’attivo valutario netto: il saldo nel 2003, pari a circa 9,4 miliardi, è rimasto positivo ma ha subito un ridimensionamento di circa un miliardo di euro (-9,5%) sul 2002. La dinamica della spesa fa il paio con un non brillante consuntivo dei flussi. Secondo le stime Enit il movimento turistico italiano ha accusato una flessione del 2% (dopo un 2002 non certo brillante) con un calo del 3,8% degli stranieri e dello 0,7% degli italiani. Qualche difficoltà l’ha accusata anche la Francia. Secondo le stime del Governo di Parigi il calo degli arrivi di stranieri è stato del 2,6%, inferiore comunque all’Italia.

    La Spagna, nel frattempo, ha toccato un nuovo record con 52,5 milioni di arrivi (150mila più del 2002); nel frattempo l’Italia è stata scavalcata dalla Spagna anche nell’ambito del business del turismo congressuale. E anche la Germania ha migliorato le posizioni: +2,1% secondo le rilevazioni Dzt (l’ente turistico tedesco) che prevede un 2004 in ulteriore progresso, anche sull’onda della crescita massiccia dei collegamenti aerei low cost verso la Germania.
    Insomma, anche il terzo posto dell’Italia potrebbe essere a rischio. «La concorrenza nell’area europea e nel Bacino mediterraneo è sempre più agguerrita — commenta Amedeo Ottaviani, presidente dell’Enit —. L’ingresso a maggio di dieci nuovi Paesi si farà sentire: messi insieme incassano già 18 miliardi di euro dal turismo estero, con un aumento di 2 miliardi in tre anni. Gli investimenti sono massicci. Le attività promozionali godono di fondi pari all’1% almeno dell’introito valutario. Malta investe 15 milioni, l’Ungheria 29 milioni e l’Italia con l’Enit meno di 25».
    Si sta indebolendo il mercato tedesco, che assicura oggi il 34,9% (38,7% nel 1990) degli arrivi di stranieri in Italia: nel 2003 secondo l’Enit c’è stato un calo del 4,8% degli arrivi e del 3% dei pernottamenti, mentre la spesa è calata a 6,1 miliardi (-5%).
    «Gli operatori sono molto preoccupati — commenta Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo-Confesercenti — all’emergenza terrorismo si coniugano i massicci investimenti degli altri Paesi: nei prossimi anni nel Mediterraneo oltre 450mila nuove camere d’albergo verranno realizzate dai nostri concorrenti».
    «Dobbiamo abbassare subito le aliquote Iva oggi al 10% —aggiunge Bernabò Bocca, presidente di Confturismo —. Sono il doppio di molti altri Paesi. Siamo spiazzati». Secondo le stime del tour operator tedesco Dertour una camera 4 stelle costa 110 euro a Venezia e 100 euro a Parigi. «Il rilancio del turismo, con una politica mirata è fondamentale per rimettere in moto l’intera economia italiana —commenta Gianfranco Imperatori, banchiere e segretario generale dell’Associazione Civita —.
    Un banco di prova decisivo è rappresentato dai beni culturali, un patrimonio unico al mondo e
    che va adeguatamente valorizzato in una logica di distretto».

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