Postalmarket: «Tagli indolori? Falso»
IL GIORNO.it
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«Tagli indolori? Falso»
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PESCHIERA — «Siamo ormai con l'acqua alla gola, se nei prossimi giorni non si svilupperà un tavolo di confronto reale con la proprietà, non ci sarà futuro». E' l'appello disperato dei 604 lavoratori della Postalmarket, la nota azienda di vendita per corrispondenza investita da una gravissima crisi finanziaria. Ieri mattina i dipendenti hanno sfilato per le vie del centro di Milano (nella foto), mentre una delegazione sindacale è stata ricevuta in Prefettura per ripercorrere le tappe di una crisi annunciata. Durante l'incontro non sono emerse grosse novità, se non l'impegno da parte del capo di gabinetto di richiedere urgentemente alla Regione un tavolo di confronto con la proprietà (questa mattina partirà una richiesta del Prefetto, Bruno Ferrante), per valutare ufficialmente il piano di rilancio aziendale prospettato da Eugenio Filograna, ma non ancora presentati ufficialmente ai sindacati. «Vogliamo certezze - dice Luciano Di Giorgi, delegato sindacale -, per ragionare in modo serio sul futuro dei dipendenti. La società ha annunciato alla stampa un taglio indolore di 400 persone, licenziamenti troppo drastici per risultare davvero indolore. Sono anni che ci barcameniamo tra ammortizzatori sociali e cassa integrazione, ma ormai siamo al capolinea». Tra slogan e striscioni, il corteo è partito da piazza San Babila e si è snodato attraverso il centro fino al palazzo della Provincia, dove però la polizia ha "blindato" i manifestanti, chiudendoli nella via Doninzetti. «Non vorrei che la protesta dei sindacati scivolasse nell'autolesionismo. Sarebbe un delitto - dice Eugenio Filograna, proprietario della Postalmarket -, perché l'azienda ha la forza per superare questo difficile momento. Il piano di risanamento è pronto da tempo. Prevede il taglio di circa 400 posti di lavoro e la riassunzione di giovani con un altro contenuto professionale, più legato ai tempi e alle tecnologie. Si tratta, comunque, di un taglio indolore». Tante le cause che hanno portato a una Postalmarket in perdita. «Tra queste un particolare peso è da attribuire alla banca Leonardo - continua Filograna - che ha compromesso la quotazione in borsa dell'azienda, arrecandole un danno di circa 700 miliardi. Ci sono poi le Poste. Con l'arrivo di Bartolini e Sda oltre il 20% dei pacchi Postalmarket sono tornati indietro, contro la media precedente che si attestava intorno al 4%. Un danno di 50 miliardi. A questo si aggiunga che (forse per l'effetto della guerra) Postalmarket registra un incremento degli ordini di circa il 27%. Ci sono quindi tutte le premesse per salvare e rilanciare l'azienda». Oggi pomeriggio in Provincia è previsto un'audizione con la Sesta Commissione lavoro, a cui dovrebbero partecipare anche i delegati della Postalmarket per porre le basi per quel tavolo di confronto necessario per affrontare l'emergenza occupazionale. di Patrizia Tossi
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