2/11/2001 ore: 10:21

Postalmarket: «Ponte dei Santi» davanti alla fabbrica

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Cronaca di Milano




Peschiera Borromeo, la crisi delle vendite per corrispondenza mette a rischio 400 posti di lavoro

«Ponte dei Santi» davanti alla fabbrica


I dipendenti Postalmarket presidiano i cancelli: «L’azienda vuole svuotare i magazzini»

      PESCHIERA BORROMEO - Il ponte di Ognissanti lo stanno passando giorno e notte, a turno, davanti ai cancelli dell’azienda, a San Bovio. Da lì i lavoratori della Postalmarket, a rischio di forte ridimensionamento, non intendono muoversi in attesa dell'assemblea aperta in programma lunedì mattina e dell'incontro fissato con la proprietà martedì alle 10 nella sede della Provincia di Milano. Ma soprattutto sono più che mai decisi «a impedire il ripetersi del blitz di mercoledì sera quando, contrariamente agli accordi, era stata portata via una partita di merce», spiegano i sindacalisti. Il presidio permanente, che vigila sull’ingresso della ditta, è stato deciso in fretta e furia, «appena - racconta Luciano Di Giorgi, delegato delle Rsu - siamo stati informati che era uscito un camion pieno di merce e, in particolare, di capi di abbigliamento destinati agli stockisti. Il valore del carico era di 100-120 milioni. Tutto questo è successo sebbene fosse stato detto chiaramente che consideravamo la merce contenuta nei magazzini patrimonio aziendale, da non toccare fino a quando non si sarebbe chiarito il destino dei dipendenti».
      Sembra così inasprirsi la vertenza all'azienda di vendita per corrispondenza, in crisi ormai da settimane dopo l'annuncio da parte della proprietà, con a capo l'ex senatore Eugenio Filograna, di un buco finanziario da 100 miliardi (poco meno di 52 milioni di euro), e di 400 esuberi necessari per riorganizzare e rimettere in sesto l'attività. Per la Postalmarket, 600 addetti in gran parte donne con un'età media vicina ai 50 anni, era stato un colpo durissimo arrivato dopo il salvataggio in extremis di due anni e mezzo fa, quando lo stesso Filograna aveva rilevato la fabbrica a pochi giorni dalla chiusura decisa dall'allora proprietà, la tedesca Otto Versand.
      Il piano di rilancio promesso da Filograna - sostengono i sindacati - non è però mai decollato. Fallito anche il tentativo di quotarsi in borsa, la Postalmarket «non ha mai avuto veramente l’occasione - prosegue Di Giorgi - di dimostrare le sue reali potenzialità». Adesso i lavoratori, che da metà settembre sono in agitazione, si battono con tutte le forze per difendere il posto di lavoro.
      «Da mesi - conclude Di Giorgi - attendiamo il via a una trattativa seria e reale. Non crediamo che la soluzione siano i 400 licenziamenti annunciati che di fatto decreterebbero la condanna a morte della Postalmarket. Abbiamo avuto segnali positivi da enti e istituzioni: la Provincia si è offerta di fare da mediatrice per dare vita a un confronto. Il primo incontro è stato fissato per martedì a palazzo Isimbardi. Lunedì, all'assemblea aperta, saranno presenti parlamentari e amministratori locali. Per questo non possiamo accettare il tentativo di svuotare i magazzini, messo in atto alla vigilia di un lungo ponte, forse con la speranza che non ci saremmo accorti di nulla fino al rientro».
Barbara Sanaldi


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