1/12/2010 ore: 8:26

Pompei, un crollo dopo l’altro distrutta la Casa del Moralista

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Dopo i Casti amanti, i Gladiatori, Ifigenia e Polibio è toccato anche al Moralista: la Casa intitolata a questa figura è stata oggetto ieri dell’ennesimo crollo nell’area archeologica di Pompei. A meno di un mese dal rovinoso cedimento della Schola Armaturarum, si allunga il rosario dei “cosiddetti incidenti” pompeiani, riportando in primo piano la situazione di degradoe di inerzia diunodei siti archeologici più importanti del mondo, da cui emergono le responsabilità politiche di Sandro Bondi, titolare del dicastero ai Beni Culturali.
Non senza difficoltà dal ministero tentano infatti di minimizzare: il muro perimetrale della Domus, alto 2 metri e crollato per oltre 10, sarebbe privo di interesse culturale, in quanto ricostruito dopo il bombardamento del 1943, spiegano dal Collegio Romano in una nota,dimenticando tuttavia che il manufatto, così privo d’interesse, era stato oggetto di restauri un anno fa. La causa del crollo, prosegue la nota, sarebbero le piogge, quest’annopiù copiose del solito ma, in questa stagione, non straordinarie. Neppure nel 1998, l’anno superpiovoso dell’alluvione di Sarno, ci furono simili disastri. Proprio sulla casa del Moralista inoltre si era diffuso uno stato di allarme all’indomani del 6 novembre, giorno del crollo della Schola Armaturarum: dopo una ispezione dei tecnici evidentemente superficiale Sandro Bondi aveva emanato un comunicato in cui deprecava ogni allarmismo, salvo contraddirsi qualche giorno dopo alla Camera quando, rispondendo all’interrogazione su Pompei, aveva asserito possibili altri crolli In questo modo ha permesso che l’inerzia regnasse, e il poco che è stato fatto, a imitazione del ministro, appare contraddittorio: mentre via dell’Abbondanza è transennata per proteggere i visitatori da eventuali crolli, analoghe iniziative non sono
prese per le Domus. Niente puntellamenti, o strutture in tubi innocenti per sorreggere i monumenti a rischio: nei piani alti del Collegio Romano non sono poche le voci che parlano di ordini superiori, quasi un voler negare che la situazione sia sfuggita dal controllo. In sostanza si vorrebbe silenziare la situazione creata dal commissariamento voluto da Bondi e affidato dal 2009 al luglio di quest’anno a un funzionario della Protezione Civile, Marcello Fiori, poco attento alla tutela e alla messa in sicurezza, incline a operazioni mediatiche preferendo spendere i soldi della soprintendenza pompeiana in iniziative di valorizzazione e promozione. Puntellare oggi Pompei sarebbe una implicita ammissione di responsabilità. Ecco perché Bondi anche ieri ha continuato a negare l’evidenza: «Occorre circostanziare con prudenza l’accaduto - ha dichiarato - ed evitare inutili allarmismi».Mala realtà è inoppugnabile: secondo i dati del ministero in 5 anni, dal 2003 al 2008, a Pompei si sono verificati 11 crolli, mentre dal 2009a oggi, i crolli sono stati almeno 10. Appare oramai sempre più probabile l’ipotesi che i lavori svolti durante il commissariamento di Fiori, i cosiddetti
“nuovi scavi”, abbiano creato dissesti nel terrapieno che sovrasta via dell’Abbondanza, a ridosso del quale sono avvenuti ben 8 crolli, anche se di varia entità, di questi ultimi11 mesi: la casa del Moralista infatti dista appena una ventina di metri dalla Schola Armaturarum. L’ipotesi è al vaglio degli inquirenti: infatti l’inchiesta avviata dalla Procura di Torre Annunziata sul crollo della Schola prosegue con l’intervento anche di geologi. Ironia della sorte: ieri i Carabinieri erano a Pompei per acquisire nuovi materiali e, quasi in diretta, si sono trovati di fronte a un nuovo crollo.

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