Per Termini solite proposte Il tavolo Fiat non decolla
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Quattordici proposte (sei riguardano l’auto, una i media, tre il settore manifatturiero, una quello agricolo e tre progetti di ricerca) e unbando internazionale in stand-by, inizialmente previsto per la fine di marzo e invece ancora in forse. Ecco cosa c’è sul tavolo dello Sviluppo economico per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese. Alcune delle aziende in corsa sono note: la Cape, dell’imprenditore siciliano Simone Cimino per il progetto della Sunny-Car, laDe Tomaso, ed il fondo cinese Hong Kong Tai, nel settore dell’automotive; Fen Tech, per un progetto nel manifatturiero. Nel complesso èun piatto che delude sindacati e istituzioni locali, che bollano l’incontro di ieri come interlocutorio. Nulla di più. Eppure nelle premesse la riunione doveva segnareuno spartiacque tra lo sconforto per il forfait di Fiat nell’isola e il rilancio del sito termitano. Invece «le incertezze sul futuro di Termini Imerese continuano», ammette il primo cittadino Salvatore Burrafato. «Non abbiamo ricevuto ancora gli elementi di valutazione in ordine agli investimenti e agli effetti occupazionali, i soli che possono consentirci di pesare le offerte». Tutto è rimandato di nuovo. Al tre giugno, quando lavoratori, sindacati e istituzioni saranno riconvocati per riaprire il dossier, che si spera sia più ricco ma soprattutto più consistente. Per ora «ci stiamo focalizzando sulle proposte più interessanti già pervenute - dice il ministro Scajola - anzitutto sulle sei che riguardano il settore dell’automotive ». «Gli annunci non hanno portato a nulla», ribatte per il Pd il senatore Giuseppe Lumia, mentre l’assessore all’Industria della Regione, Marco venturi, lamenta: «Vogliamo avere certezza sui tempi, partendo dal presupposto inderogabile che a Termini Imerese si dovrà continuare a costruire automobili». MIRAFIORI IN CIG Nel frattempo i lavoratori continuano a scioperare. Lo hanno fatto ieri e lo faranno nei prossimi giorni, nonostante la cassa integrazione che li travolge, e che a maggiocoinvolgerà anche tremila colleghi dello stabilimento di Mirafiori. Mentre pare certa una mobilitazione il 21 aprile, in occasione della presentazione del piano industriale del Lingotto. «Mi sento di dire - dice Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil - che ci sono progetti sull’auto che assicurano l’occupazione. Noi discutiamo solo quelli. Se c’èunasoluzione che garantisce tutti, va bene, se non c’è per noi deve rimanere la Fiat». Più morbido Rocco Palombella, segretario Uilm-Uil, secondo cui al momento non si può fareuna valutazione dello stato della trattativa. Mentre Bruno Vitali, della Fim-Cisl, è «molto insoddisfatto: non vediamo il traguardo e c’è molto da fare». Così come per gli stabilimenti di Fiat Powertrain (di cui si è discusso ieri mattina al ministero), della Fma di Pratola Serra, Avellino, o di Pomigliano, che dal 20 al 23 aprile tornerà al lavoro