2/5/2007 ore: 11:20

Per i radical un Ulivo “A sinistra”

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    domenica 29 aprile 2007

    Pagina 14 - Politica
      DAL PRC (SENZA TROTZKISTI) A PDCI E VERDI. PUNTANDO SULLA LAICITÀ DELLO STATO, LA COSTITUENTE GIA’ IN AUTUNNO

      I dubbi di Pecoraro
      Scanio e dello Sdi
      Tra i possibili aderenti
      c’è anche Epifani
        Per i radical un Ulivo “A sinistra”

        Riccardo Barenghi
          ROMA
          Qualcuno si ricorda dell’Ulivo, non quello di oggi (che non c’è più), ma quello nato dodici anni fa? Ebbene quell’Ulivo, o meglio l’idea di quell’Ulivo, oggi si sposta a sinistra, nel mondo della sinistra radicale. Nel senso che i vari leader di questo arcipelago, che ormai un giorno sì e l’altro pure si confrontano sul come e sul perché mettersi insieme in un futuro non molto lontano, questi leader hanno pensato che il primo passo potrebbe essere proprio un remake di quella operazione. In altre parole, un’alleanza politica ancor prima che elettorale che tenga nello stesso contenitore, con uno stesso nome, sotto uno stesso simbolo diverse forze. Le quali non si scioglierebbero (almeno per un po’) ma farebbero un passo indietro in favore appunto dell’Alleanza. Che un nome ce l’avrebbe già, o almeno questo è quello che circola: «A sinistra». Un nome in grado di mettere d’accordo tutti, non c’è il comunismo, non c’è il socialismo, non c’è l’ambientalismo, non c’è insomma il nome di nessuno ma c’è un concetto che li tiene tutti insieme. Oltretutto «A Sinistra» è evocativo, suona bene, è facile da trasformare in un acronimo (AS) e segnala agli elettori che loro si collocano più «a sinistra» del Partito democratico. Alleato ma competitore, comunque nuovo soggetto politico col quale i radical dovranno fare i conti, ma la cui nascita offre agli stessi radical un’occasione storica. Appunto quella di unirsi e magari sfondare il muro del 12 per cento dei voti, raccogliendo molti elettori scontenti del matrimonio tra Ds e Margherita (e non sono pochi).

          Che poi tutto questo sfoci prima o poi nel Partito unico della sinistra è presto per dirlo, dovranno passare mesi e forse anni, ma certo è che in parallelo alla Costituente del Pd – prevista per l’autunno – partirà anche la Costituente dell’Ulivo di sinistra. Nel frattempo, cioè adesso e durante l’estate, si intensificheranno le iniziative pubbliche (oggi c’è quella organizzata da Pietro Folena, il 5 maggio l’assemblea nazionale di Mussi, Salvi e compagni) e gli incontri privati. Ci sarà a metà giugno il Congresso fondativo della Sinistra europea, ossia la nuova casa politica di Rifondazione comunista: la quale manterrà nome e simbolo ma intanto si comincerà a chiamare sempre di più con questa nuova sigla. Fino appunto ad arrivare alla Costituente dell’autunno, che dovrebbe poi sfociare in una sorta di vero e proprio Congresso nella primavera del 2008. Parallelo a quello del Partito democratico, questo della sinistra radicale non sarà un Congresso di partito ma appunto di un’Alleanza. Qualcuno la chiama Federazione, qualcun altro evoca la storica Flm degli Anni Settanta (ossia l’unità dei tre sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil), come che sia si tratterà comunque di un contenitore capace di unire tutti coloro che si ritrovano «a sinistra» del Partito democratico.

          Tutti o quasi. Certamente ci sarà Rifondazione, anche a costo di perdere i suoi trotzkisti che peraltro il gruppo dirigente non vede l’ora di perdere; certamente ci saranno quelli usciti dai Ds; ovviamente non mancheranno i Comunisti italiani di Diliberto; probabilmente saranno della partita i Verdi (Paolo Cento accelera, Pecoraro ha ancora qualche dubbio). Non è affatto detto invece che ne faranno parte i socialisti di Boselli, che a loro volta hanno dato vita a una loro Costituente. Alcuni punti in comune ci sono, per esempio la laicità dello Stato, ma su altre questioni – dalla politica economica a quella estera – le differenze sono profonde.

          Nessuno dei protagonisti di questa nuova avventura la vuole ridurre a una sorta di fusione fredda tra sigle e gruppi dirigenti, l’intenzione è che alla Costituente partecipino movimenti, associazioni, elettori, cittadini, intellettuali, forze sindacali (è noto che il leader della Cgil Epifani non sia entusiasta del Partito democratico), insomma di tutto e di più. Ma comunque non sarà un percorso facile, troppe le paure di lasciare il proprio porto per il mare aperto. Tropppe le gelosie e i personalismi, e già circolano i nomi di chi dovrà o non dovrà essere il leader di una creatura ancora in fase di concepimento.

          E non è un caso che Fausto Bertinotti, che fa il presidente della Camera ma che non smette un giorno di fare politica attiva, abbia evocato più volte la Epinay di Mitterrand, il Congresso del 1971 in cui il futuro capo dello Stato francese riuscì con grande maestria politica a rifondare il Partito socialista, unirne tutti i suoi pezzi e a prenderselo in mano. Ma chi sarà il Mitterrand di «A Sinistra»? Bertinotti un nome ce l’avrebbe: Bertinotti.

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