Per i giovani non c’è lavoro.Uno su quattro non ce la fa
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Sempre più giovani senza lavoro: più di uno su quattro, per l’esattezza il 26,8 per cento degli italiani tra i 15 e i 24 anni. Lo dice l’Istat, che al rientro dalle ferie segnala come la disoccupazione degli under 25 sia cresciuta dell’1,1 per cento rispetto a luglio di un anno fa (mentre si è ridotta dello 0,6 rispetto a giugno 2010).
GLI SCORAGGIATI Più in generale il dato sui senza impiego è stabile, rispetto a giugno, all’8,4 per cento mentre aumenta sul 2009 dello 0,5 per cento - con 172mila occupati in meno. Cresce anche il numero degli «inattivi», quelli che un’occupazione ormai neanche la cercano: gli «scoraggiati », come li hanno ribattezzati gli stessi analisti dell’Istat. Non sono mai stati così tanti da quando vengono contati, dal 2004: 14,948 milioni di cittadini tra i 15 e i 64 anni, una donna su due (il 49%), fuori dal mercato del lavoro. Nel complesso, sono cresciuti dello 0,5 per cento su giugno 2010 (+76mila) e dell’uno per cento su luglio 2009 (+153mila). Per contro l’occupazione, sempre a luglio, è al 56,9 per cento, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto a giugno e di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2009. Il tasso di quella maschile è pari al 67,9% (in calo di 0,8 punti negli ultimi 12 mesi), quello femminile al 46 per cento. Mentre il numero di persone in cerca di un impiego diminuisce dello 0,7% rispetto a giugno, ma risulta in aumento del 6,1% rispetto a luglio 2009. «Una situazione preoccupante », ammette il ministro del Welfare Sacconi, che però invita a guardare oltre i confini nazionali: tra i 16 Paesi di Eurolandia la disoccupazione è al 10 per cento (15,8 milioni di persone), mentre nell’Ue a 27 è al 9,6 per cento (23 milioni di europei). Mac’è da dire che di fronte al dramma dei giovani alle prese con il mondo del lavoro non ci batte nessuno: i disoccupati sotto i 25 anni sono il 19,6 per cento nell’Eurozona e il 20,2 nell’Ue27.
PARLIAMO DI PROCESSI «Abbiamo il 30 per cento di disoccupazione giovanile - lamenta il segretario delPd Bersani alla festa torinese dei Democratici - Credo che queste siano percentuali più da regioni del Maghreb che da regioni europee, quindi bisogna che il Paese sia concentrato su questo problema. Eppure non riusciamo a discuterne. La politica non ce la fa e temo che anche a settembre non se ne parlerà». Il fatto è anche di fronte a quella che Cesare Damiano, capogruppo dei Democratici in commissione Lavoro alla Camera, chiama «Waterloo sociale» il «governo non trova di meglio che discutere del processo breve per dare l’ennesimo salvacondotto a Berlusconi». Invece «dovrebbero tremargli i polsi» di fronte a questi dati, aggiunge Giuseppe Fiorni, che per il Pd è responsabile Welfare. Sulla stessa linea anche Maurizio Zipponi, ex sindacalista oggi responsabile Lavoro e Welfare dell’Idv. Preoccupati anche i sindacati. «Sono dati molto gravi - afferma FulvioFammoni, segretario confederale Cgil - Anche perché vanno aggiunti a quelli sull’utilizzo altissimo della cig, che nel 2010 supererà il miliardo di ore autorizzate, sulle aziende in crisi e la piaga del lavoro nero. In Europa - dice Fammoni - il tasso di occupazione è più alto di dieci punti e non esistono questi livelli di lavoro irregolare e di inattività. Occorrono risposte urgenti perché l’enorme platea di lavoratori che usufruisce di ammortizzatori sociali non scivoli verso la disoccupazione». Chiedono interventi anche Giorgio Santini, segretario confederale Cisl e Guglielmo Loy della Uil.