Pensioni tagliate per dare ai figli Brunetta senza freni, è bufera
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Togliere ai padri per dare ai figli. È l’ultimo coup de théatre di Renato Brunetta, diretta conseguenza di quello di qualche giorno fa: a 18 anni fuori di casa per legge. L’ostinato ministro (alla Funzione pubblica), evidentemente ossessionato dai «bamboccioni», è convinto di aver trovato la quadra: a loro 500 euro al mese per aiutarli ad uscire di casa, da prendere (leggi: togliere) alle pensioni di anzianità. Sintomatico anche il luogo prescelto per l’annuncio:
il salotto di Domenica In. «La verità - dice Brunetta - è che la coperta è piccola e quindi non ci sono risorse per tutti. Si deve agire sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età. Facendo in questo modo si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese». Nientemeno. Ovvero, più o meno il costo di un posto letto in una zona universitaria di una qualsiasi città, e più o meno quanto nonni e genitori, appena possono, passano già regolarmente ai figli precari, disoccupati, studenti fuori sede. Brunetta riconosce che «una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che sono quelli che difendono i genitori», ma è pronto alla pugna per una giusta causa: «dare meno ai genitori e più ai figli». Del resto, aggiunge in diretta tv, sulla proposta «è d’accordo anche il ministro Tremonti». Al quale (dopo aver già dovuto bocciare il taglio delle tasse invocato da un altro suo collega, Scajola) devono essere venuti i capelli frisé, tanto che qualche ora dopo arriva una nota del ministero di Brunetta, evidente marcia indietro: «Sconcerta e diverte che una frase pronunciata in tv venga rilanciata come se sia (la consecutio, ministro, la consecutio!, ndr)un disegno di legge o un’iniziativa del governo.
Si tratta invece di un’idea del ministro Brunetta, che verrà approfondita anche in ragione della difficile situazione economica».
IRRESPONSABILE
Commenti duri da parte dell’opposizione e della Cgil: «Il ministro Brunetta, sempre in cerca di visibilità, ha esternato un’altra delle sue boutade, in un modo irresponsabile e provocatorio», dice per il sindacato Carla Cantone, della segreteria, che ricorda anche: «Non serve a nessuno in questo Paese alimentare contrapposizioni di tipo generazionale». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, commenta: «Il governo fa correre il Paese dietro a proposte che si accendono e si spengonoin48ore, come quella di Brunetta. È intollerabile di fronte ai problemi reali della gente». Per Filippo Penati, capo della segreteria di Bersani e candidato per il Pd in Lombardia, «Brunetta, nella sua voglia di comparire e di far tutto lui, ha affrontato un argomento drammaticamente serio con una proposta che suona come una battuta o una sparata». E ricorda le proposte del Pd in questo senso che, oltre alla lotta all’evasione fiscale per reperire risorse, vanno da una politica di social housing per giovani e giovani coppie e anche sgravi fiscali per chi affitta case ai ragazzi. Quella di ieri per Brunetta è stata decisamente la giornata dei «bamboccioni ». Già in mattinata era tornato sul tema dai microfoni di Rtl per dire che quella di farli uscire di casa per legge «era solo uno scherzo, una lucida provocazione». Poi aveva ribadito il concetto che, fatto salvo il bilancio di spesa corrente, «le risorse per interventi
a favore dei giovani vanno reperite intervenendo sulle anomalie e sulle distorsioni del sistema pensionistico e di welfare che dà troppo ai padri e quasi nulla ai figli». Per chiarire che il ministro l’ha sparata davvero grossa, la nota del suo stesso ministero chiude sottolineando che dell’ipotesi «Brunetta parlerà con i competenti membri del governo, i ministri Tremonti, Sacconi, Meloni e Gelmini». Del resto, un’altra nota, stavolta da Palazzo Chigi, precisa che quella di Brunetta è una posizione mai concordata all’interno del governo». A conferma, insomma, che si è trattato dell’ennesimo scherzone del ministro.