Pensioni, sindacati in trincea
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sabato 28 giugno 2003 |
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Pagina 37 - Economia |
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Cgil, Cisl e Uil contro le ipotesi di riforma. Pezzotta: non servono interventi, abbiamo già dato Pensioni, sindacati in trincea Epifani:"La nostra pazienza ha un limite"
Il presidente della Confindustria, D´Amato: "I ritardi del governo sulle riforme non sono più giustificabili" RICCARDO DE GENNARO
ROMA - Che il governo si appresti, indipendentemente dal semestre europeo, a una nuova riforma previdenziale, attraverso un pesante attacco alle pensioni di anzianità, è quasi certo. Non è un caso, dunque, che i sindacati, ieri, abbiano alzato il loro fuoco di sbarramento in attesa della mossa del governo, che - per disinnescare l´eventuale bomba sociale - potrebbe agire con un decreto legge a ridosso delle ferie e a fabbriche chiuse. Il responsabile del Pri, Giorgio La Malfa, riferisce, tra l´altro, di un suo incontro con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il quale quest´ultimo avrebbe manifestato l´intenzione di un intervento per alzare l´età pensionabile. Il presidente della Confindustria, Antonio D´Amato, intanto, parlando agli industriali di Padova, sferza il governo: «Sono due anni che è in carica, ma vediamo che il processo di riforme importanti si sta fermando. Ci sono ritardi che dopo due anni di governo non sono più giustificabili». I sindacati si preparano alla battaglia. «Mi auguro che sapremo trovare la forza di marciare uniti se il governo cercherà di attaccare lo stato sociale. Non pagheremo con i tagli alle pensioni e allo stato sociale gli errori del governo», tuona il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, nel suo intervento davanti a una piazza San Giovanni gremita di lavoratori della sanità e degli enti locali in sciopero per il rinnovo del contratto. Sulla delega previdenziale in discussione in Parlamento, Epifani è altrettanto esplicito: «Sono due mesi che aspettiamo risposte sulle nostre osservazioni per la modifica della delega. La nostra pazienza ha un limite». Grande preoccupazione si legge anche sui volti dei segretari generali di Cisl e Uil, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti, che il 5 luglio dell´anno scorso hanno firmato con il governo e la Confindustria un «Patto per l´Italia» che escludeva qualsiasi nuovo intervento sulle pensioni. «Non ci sono le ragioni - dice Pezzotta - per una nuova riforma delle pensioni, a meno che non si voglia fare cassa. Ma per fare cassa basterebbe essere più rigorosi con gli evasori fiscali, visto che siamo il paese con il livello di evasione più alto d´Europa». Pezzotta, che parla anch´egli dal palco di piazza San Giovanni, avverte: «Sia chiaro che a ogni tentativo di intervento strutturale sull´architettura del sistema, risponderemo adeguatamente». È duro, davanti ai lavoratori in piazza, anche Luigi Angeletti, segretario generale della Uil: «È in corso una campagna sistematica da parte di tutti i mass media, che poi sono tutti nelle mani della Confindustria, per sostenere che occorre una politica di rigore, di tagli alle prestazioni previdenziali e alla sanità. Ma noi diciamo loro un fermo no». I sindacati chiedono, in primo luogo, che il governo manifesti in tutta chiarezza la sua linea e che i ministri Tremonti e Maroni - il primo vorrebbe tagliare le pensioni di anzianità, il secondo dice che bastano gli incentivi a restare al lavoro - si chariscano. La delega presentata in Parlamento «i sindacati la conoscono - sottolinea Pezzotta - ma ancora le idee di Tremonti non ce le hanno presentate. Se e quando ce le presenteranno daremo un giudizio».
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