Pensioni, salta il voto di fiducia
 Mercoledí 26 Novembre 2003
ITALIA-POLITICA |
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Pensioni, salta il voto di fiducia |
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ROMA - Nessun ricorso alla fiducia sulla riforma delle pensioni. E un'accelerazione dell'iter parlamentare della delega Maroni, nei limiti consentiti dal calendario dei lavori, accompagnata dalla presentazione di alcuni emendamenti. Primi fra tutti quelli per eliminare lo "scalone" di quota 40 di contribuzione dal 2008, facendo leva su un meccanismo più graduale e, forse, anche sull'uso volontario del Tfr e sulla decontribuzione. È questa la rotta che si è data la commissione Lavoro del Senato dopo l'audizione del ministro del Welfare, Roberto Maroni, che ha ribadito la necessità di velocizzare l'iter della delega e ha confermato la disponibilità ad accogliere alcuni correttivi. Ad annunciare che in Senato si cercherà di rendere più rapido l'esame della delega è il presidente della commissione Lavoro, Tomaso Zanoletti (Udc). Che aggiunge: sulla riforma delle pensioni «non ci sarà la fiducia». Ma anche se ufficialmente non lo dice, Zanoletti lascia intendere che l'approvazione della riforma quasi sicuramente non sarà possibile entro l'anno. Intanto Cgil, Cisl e Uil tornano ad attaccare il piano del Governo accusando l'Esecutivo di non volere il dialogo e affermano che la proposta loro alternativa non è ancora completamente definita. Niente "fiducia". È lo stesso Maroni nel corso dell'audizione ad affermare che il Governo non è intenzionato a ricorrere alla fiducia e neppure al condono previdenziale. E a sottolineare che sulla delega «non c'è la volontà né la necessità della fiducia» è poi Zanoletti. Maroni ha comunque auspicato che la delega marci il più velocemente possibile in Parlamento. Obiettivo: iter più veloce. Zanoletti, che auspica ancora che venga ripreso al più presto il dialogo con le parti sociali, afferma che la maggioranza è determinata «a procedere celermente sulla delega». In quest'ottica la commissione darà precedenza alla delega «anche rispetto all'esame dei provvedimenti sugli ammortizzatori sociali e sull'articolo 18». Tra oggi e domani la Commissione valuterà come velocizzare i lavori. Anche se il rischio che la riforma venga a approvata nel 2004 inoltrato (anche perché il testo dovrà comunque tornare alla Camera) resta molto alto. Con conseguente rinvio dei super-incentivi. Alcuni dei membri della maggioranza della commissione restano convinti che il testo potrà ottenere il via libera del Senato entro dicembre solo se l'opposizione presenterà pochi emendamenti. In ogni caso (senza la "fiducia") il disco verde della Camera non potrebbe arrivare prima di gennaio-febbraio del 2004. A breve gli emendamenti. La commissione sta già lavorando ad alcuni emendamenti. Tre i settori dove verranno indirizzate le modifiche: "gradualità"; uso del Tfr; decontribuzione. Nel mirino lo "scalino-2008". Visto che la ripresa del confronto tra Governo e sindacati appare tutt'altro che vicina, la commissione ha deciso di elaborare una sua proposta di modifica (che potrebbe essere comunque "girata" al Governo) per aggirare il problema dello scalino relativo all'entrata in vigore di «quota 40 di contribuzione». Un correttivo che farà leva sul ricorso a un meccanismo graduale su cui sono arrivate delle caute aperture anche da Maroni. Un'altra modifica sarà finalizzata a rendere volontaria, attraverso lo strumento del "silenzio-assenso", la destinazione del Tfr maturando ai fondi pensione. Quanto alla decontribuzione la commissione è orientata a individuare una misura più soft.
MARCO ROGARI
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