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07.04.2004 Pensioni, la maggioranza ha paura Al Senato il voto slitta ancora Il ddl non andrà in Aula il 19 aprile come era stato invece annunciato dalla maggioranza. I Ds: un’occasione per buttare il provvedimento. La Cgil: il rinvio non cambia niente Probabilmente dopo Pasqua la riunione delle segreterie unitarie Cgil, Cisl e Uil sulla previdenza
di Nedo Canetti
ROMA. Ancora un rinvio per l’esame, nell’aula del Senato, del ddl delega del governo per la riforma, meglio, la controriforma delle pensioni. È ormai diventato una sorta di rituale. Un giorno si annuncia una data per l’avvio della discussione e, quando ci si avvicina, arriva il contrordine. È capitato nuovamente ieri. La scorsa settimana, governo e maggioranza avevano assicurato che il 19 aprile, il giorno stesso della ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa pasquale, il testo, riveduto e corretto con il maxi emenda mento Maroni, avrebbe iniziato il proprio cammino nell’assemblea di Palazzo Madama. Ieri il nuovo dietro-front. Niente 19 aprile. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo. Per quella data il ddl sarà ancora in commissione Lavoro, sicuramente per un’intera settimana, poi si vedrà. Per tagliare il traguardo del fatidico martedì 19, la maggioranza aveva anche stabilito di incrementare le sedute di commissione, con riunioni notturne e addirittura durante la pausa festiva. Niente di tutto questo. Le sedute sono state annullate. «È l’ennesima dimostrazione - ha commentato il verde Natale Ripamonti - che non sanno cosa fare». Il ministro intanto continua a fare il «duro». «Per le pensioni - proclama ad ogni istante - il discorso è chiuso: il testo è quello del Senato, punto e basta». Lo ha dichiarato dopo lo sciopero generale e nuovamente dopo la grande manifestazione del 3 aprile. I continui rinvii dimostrano però che tanta granitica sicurezza non è di tutta la Cdl, altrimenti non si capirebbero questo continuo «stop and go». C’è sicuramente, tra le forze governative, per esempio una parte di An e dell’Udc, chi vorrebbe riaprire il dialogo con i sindacati, ma non trova adeguato sostegno, innanzitutto dal presidente del consiglio, il cui intervento è stato, più volte, vanamente, invocato e nemmeno dal ministro dell’Economia, che intende la riforma solo come un modo di fare cassa. La nuova pausa sarà veramente di riflessione? Porterà consiglio? Se lo chiede il capogruppo ds, in commissione, Giovani Battafarano. «Magari fosse l’occasione - commenta - per un ripensamento del governo, per buttare nel cestino una riforma sbagliata e classista che incide come una scure sui diritti dei lavoratori; magari potessimo dire che si è deciso ad ascoltare i cittadini e l’opinione pubblica, a guardare i numero dello sciopero e delle manifestazioni contro la riforma». Un auspicio, al quale crede poco lo stesso Battafarano, che ricorda i pesanti articoli già approvati in commissione, sull’innalzamento dell’età pensionabile; l’abolizione, di fatto, della pensione di anzianità per le donne; la penalizzazione per i lavoratori precoci, la salvaguardia delle pensioni d’oro. Stangata solo rinviata, dunque? «Per noi non cambia niente. Il nostro giudizio sulla riforma delle pensioni resta negativo, indipendentemente dai tempi parlamentari». afferma il segretario confederale della Cgil, Morena Piccinini. «Le forze della maggioranza - afferma - dimostrano di non avere grande fretta, a differenza di quanto vanno ripetendo da tempo, e dimostrano, invece, di avere una grande insicurezza». Intanto - mentre la maggioranza starebbe studiando una modifica alla delega per i lavoratori delle aziende in crisi - la segreteria unitaria Cgil, Cisl e Uil dovrebbe riunirsi, per un’ulteriore valutazione del sistema previdenziale e delle politiche economiche, «presumibilmente dopo Pasqua». Ad affermarlo è il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta. «La riunione si farà - afferma Pezzotta - ci vediamo in questi giorni per fissare la data». Anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha confermato che l’incontro avverrà dopo le feste.
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