18/4/2002 ore: 10:09

Passoni: "Così la mia Cgil riempie le piazze d´Italia"

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Pagina 9 - Interni
 
IL PERSONAGGIO
 
Il direttore della confederazione racconta i suoi exploit organizzativi, da Roma a Firenze
 
Passoni: "Così la mia Cgil riempie le piazze d´Italia"
 
 
"Un successo ma bisogna avere una buona causa"
"Il premier? Parli pure, più lo fa più le piazze si riempiono"
 
Dopo il Circo Massimo gli hanno dato il nuovo soprannome: "C´è da spostare un pullman"
 
LUISA GRION

ROMA - Sapeva che, per portare in piazza tre milioni di persone, bisognava pensare proprio a tutto, ma Achille Passoni, le pecore non le aveva proprio messe in conto quel 22 marzo, vigilia della manifestazione nazionale della Cgil al Circo Massimo. Invece il più imponente corteo che si ricordi ha rischiato di partire in ritardo proprio per colpa di un tir che in piena notte, a Roncobilaccio, ha rovesciato sulle corsie centinaia di quadrupedi che, bloccando il traffico, hanno messo i bastoni fra le ruote a tutti gli autobus già in viaggio verso Roma. E così, la task-force che per la Cgil ha coordinato quel giorno l´arrivo in città di 61 treni speciali e oltre 8 mila pullman, ha dovuto organizzare in tutta fretta un collegamento con gli autisti per farli deviare sulla dorsale tirrenica, trovando in piena notte chi stampasse qualche migliaio di volantini da distribuire ai passeggeri per informarli sui nuovi punti di arrivo e partenza. Dopo quella sera, Achille Passoni, direttore generale della Cgil, è stato soprannominato "c´è da spostare un pullman". E dopo emergenze così, confida, preparare lo sciopero generale di due giorni fa è stato un gioco da ragazzi. Anche perché questa volta il lavoro è stato diviso con Cisl e Uil.
Alle manifestazioni il più grande dei sindacati da un paio di mesi a questa parte ha dedicato una sezione speciale. Se ne occupa Passoni, ma l´uomo dei numeri è il veneto Stellon, responsabile del dipartimento organizzazione. Per la manifestazione del 23 marzo, organizzata in tre settimane, è stato creato un collettivo di 15 persone della sede nazionale più 21 rappresentanti delle strutture regionali. Lo stesso gruppo che martedì, ha passato la giornata a fare e rifare i conti sulle adesioni allo sciopero, le «assenze» in fabbrica e le «presenze» in piazza. «Il battesimo del fuoco – dice Stellon – lo abbiamo avuto il 23 marzo. Le emergenze sono state tante, dal far fermare i treni dove non si potevano fermare perché le stazioni erano troppo piccole, al cambiare tutto il programma per via dell´orrendo assassinio di Marco Biagi». Nel mezzo, racconta, c´è stata anche la contrattazione forsennata con i alcuni proprietari di pullman che, vista l´alta richiesta, gli ultimi giorni hanno triplicato i prezzi dell´affitto. «A volte abbiamo ceduto, come potevamo lasciare a casa tutti quelli che si erano autotassati per esserci? Però abbiamo trovato anche mezzi in Slovenia, Austria, Francia, Svizzera». Ma c´è stato, dice Stellon, anche «il tam-tam della solidarietà, la rete di radio locali che segnalavano i posti liberi nelle macchine». C´è stata soprattutto «una straordinaria motivazione che ci ha spinto a far sì che anche l´ultimo angolo di Circo Massimo fosse riempito». In tutto ci hanno lavorato almeno 6000 persone. Se serve sono pronti a rifarlo. Berlusconi ha affermato che ieri molti stavano in piazza senza sapere nemmeno loro perché: «Parli, parli – dice Passoni – più parla, più le piazze si riempiono. Sia chiaro l´organizzazione è fondamentale, ma per muovere tutta questa gente ci vuole una giusta causa. Noi ce l´abbiamo».

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