25/2/2004 ore: 11:46

Parti sociali insieme contro la crisi

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ItaliaOggi (Economia e Impresa)
Numero
047, pag. 13 del 25/2/2004
di Alessandro Longobardi


L'auspicio di Gian Carlo Sangalli, segretario generale Cna, ieri al convegno della Cgil a Livorno.

Parti sociali insieme contro la crisi

Serve più welfare e maggiore coesione tra le piccole imprese

Rilanciare il confronto con le parti sociali per superare insieme la crisi dell'economia italiana. Questo l'auspicio di Gian carlo Sangalli, segretario nazionale di Cna, in occasione del dibattito che si è svolto ieri a Livorno organizzato dalla locale Cgil e a cui ha partecipato anche il segretario nazionale Guglielmo Epifani. L'incontro ha costituito l'occasione per presentare la piattaforma programmatica che la stessa Cgil ha elaborato nella ricerca di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e durevole. ´È uno dei momenti più difficili per l'economia degli ultimi dieci anni', chiarisce Sangalli, ´ma è anche il momento giusto per avere un confronto positivo fra le parti sociali, all'insegna di una volontà comune di reazione alla crisi'. Rompendo il dualismo sindacato-confindustria, l'importanza che le piccole e medie imprese hanno sull'economia nazionale è emersa a chiare note dal confronto, ed è stata sottolineata dallo stesso Epifani. Ma sono emerse anche le difficoltà che tali aziende incontrano non solo a causa della negativa congiuntura internazionale e nazionale, ma anche per la mancanza di una vera politica a favore della piccola impresa. ´Il 77% delle imprese manifatturiere italiane', ricorda Sangalli, ha mediamente 10-11 dipendenti, scontando uno storico nanismo imprenditoriale cui non è corrisposta però una incisiva politica di sostegno allo sviluppo di tali aziende. Serve in sostanza più stato, più stato sociale, ma anche più coesione, non solo fra le parti, ma anche fra le stesse aziende'. Il tema del fare sistema è stato un altro dei punti fondamentali del dibattito. Per diminuire progressivamente quel gap in termini di ricerca e innovazione che scontano le aziende italiane, e aumentarne la competitività sui mercati internazionali, la via del mettersi in rete è, per Sangalli, l'unica percorribile. Una direzione verso la quale alcune realtà italiane si sono già avviate con importanti risultati. Un appello in questo senso è stato lanciato da Sangalli anche alle organizzazioni di categoria a livello nazionale. Una sfida che Livorno ha già raccolto attraverso la costituzione di un cartello per la piccola e media impresa denominato Impresafutura, in grado di porsi verso le istituzioni come unico interlocutore per artigianato, commercio, turismo, agricoltura e piccola industria. L'area livornese, del resto, per niente immune dalla crisi economica generale, sta affrontando un delicatissimo momento di passaggio da un sistema in cui la grande industria e le partecipazioni statali avevano un forte peso, adesso ridimensionato, a un nuovo modello da costruire in cui le pmi devono giocare il ruolo di protagoniste. L'avvento del colosso dei megayacht Azimut-Benetti, che ha rilevato l'intera area occupata dallo storico Cantiere navale Fratelli Orlando, comporterà infatti un profondo stravolgimento degli assetti economici e commerciali della zona a mare, oltre a una necessaria riconversione produttiva di un indotto di pmi che arrivava a circa mille addetti. Nelle sue conclusioni Epifani è tornato, non a caso, sull'importanza che le pmi devono avere nell'economia nazionale, inquadrandole nel ´generale panorama economico-sociale che vede l'Italia perdere progressivamente di competitività in Europa, nonostante un costo del lavoro fra i più bassi, e una flessibilità fra le più elevate, in cui l'unica via percorribile è quella del miglioramento della qualità delle nostre produzioni'. Una piccola polemica è stata infine aperta dallo stesso Epifani sul Patto per l'Italia, definito dal segretario della Cgil fatto di ´promesse scritte sulla sabbia'.

´Quel patto', ha ricordato Epifani, ´non poteva essere la soluzione dei problemi e oggi è sostanzialmente morto. Sono contento che noi della Cgil non l'abbiamo firmato, perché non abbiamo condiviso una pagina di pura propaganda'. Sangalli, dal canto suo, ha replicato: ´Io non faccio la stessa analisi di Epifani però dico una cosa: i patti sono fatti per essere rispettati. E il governo finora il Patto per l'Italia non l'ha rispettato'. (riproduzione riservata)



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