25/5/2005 ore: 11:01
Parmatour: stretta finale
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Parmatour, stretta finale Offerte entro martedì In gara anche gli spagnoli L’Italia è dunque ben presente nella partita. Anche perché, a guardare i conti, sembra che il braccio turistico che era gestito da Francesca Tanzi, scarcerata dal tribunale delle Libertà lo scorso settembre perché le distrazioni sono state imputate al padre Calisto, la società sembra capace di uscire dal tunnel. Certo, dopo aver tagliato una zavorra di debiti capace di affondare un dinosauro: un miliardo di euro. Che comunque non seguirà la società nella vendita grazie alla procedura di amministrazione straordinaria in corso. Nulla è trapelato sulla cifra che sarà pagata per portarsi a casa Parmatour, nemmeno una stima, ma la base di partenza dovrebbe essere il valore dei villaggi di proprietà del marchio: 5 marittimi e 2 di montagna in Italia. E altri 5 all’estero. «Quella che stiamo cedendo - dice Alberto Peroglio Longhin, il manager ex Alpitour a cui il commissario Enrico Bondi ha affidato la gestione - è una Nuova Parmatour che sta mostrando di essere capace di camminare con le proprie gambe. Nell’inverno del 2003, pochi mesi prima del crac della multinazionale Parmalat, l’azienda del turismo perdeva 19 milioni di euro. Noi abbiamo chiuso l’inverno con una perdita di 4 e le attese sono di un possibile livellamento entro la fine dell’anno. Il tutto senza poter attingere a risorse finanziarie bancarie o di altro tipo». Proprio per questo, fanno capire dal gruppo, se le proposte alla fine non saranno reputate pienamente valide, Parmatour potrebbe anche restare all’interno del perimetro Parmalat per riparlare di cessioni più avanti. Anche perché la procedura Marzano prevede che nella scelta tra le le buste che verranno aperte martedì non conti solo l’aspetto economico ma anche la difesa del livello occupazionale. Massimo Sideri
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