27/9/2006 ore: 12:02
Parmatour: sono 55 gli indagati per il crack
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Pagina 43 - Finanza & Mercati Inchiesta - La Procura di Parma chiude il fascicolo sul gruppo del turismo gli indagati per il crack MILANO Un nuovo capitolo delle indagini sul crack Parmalat ? stato chiuso dalla procura di Parma. ? quello che riguarda sia il settore turistico sotto il marchio Parmatour sia le distrazioni messe in atto a favore della famiglia Tanzi: su questo troncone dell'inchiesta il Procuratore capo di Parma Gerardo La Guardia ha firmato nei giorni scorsi l'avviso di chiusura delle indagini. Sono 55 gli indagati a vario titolo per i presunti reati di associazione per delinquere, bancarotta, falso in bilancio fino alle false comunicazioni sociali. In cima alla lista c'? l'ex patron di Coollecchio Calisto Tanzi, seguito dalla figlia Francesca Tanzi che per anni ha gestito Parmatour (inizialmente il settore faceva capo a Itc&p, successivamente trasformata in Hit e poi in Parmatour), ma anche dall'ex direttore finanziario Fausto Tonna. Le indagini condotte dal pm Vincenzo Picciotti e dal Nucleo regionale della Guardia di Finanza dell'Emilia Romagna hanno svelato come il sistema dei falsi collaudato in Parmalat Finanziaria - il troncone principale su cui i magistrati hanno chiesto il rinvio a giudizio per oltre una settantina di persone - sarebbe stato replicato nelle aziende di famiglia. Lo scopo era sempre quello: creare una rappresentazione ?virtuale dei bilanci delle imprese turistiche? con operazioni di ristrutturazione inesistenti, ma utili per dimostrare la loro capacit? di rientrare dall'indebitamento che le strangolava. ? lungo l'elenco dei contratti fittizi firmati dagli amministratori del gruppo turistico per fare figurare entrate che in realt? non c'erano. E in tanti, sempre secondo la ricostruzione della procura, hanno chiuso gli occhi di fronte ai flussi di denaro, poco pi? di 300 milioni di euro, finiti direttamente alla famiglia Tanzi. Nel pozzo senza fondo del turismo made in Collecchio sono stati dirottati milioni di euro destinati all'acquisto di obbligazioni, ma spariti nel nulla, e un villaggio turistico ufficialmente acquistato per 12 milioni, in realt? pagato 7. Gli altri 5 non sono stati mai erogati al venditore. Con questa rappresentazione ?virtuale? venivano chiesti i finanziamenti alle banche. le quali consideravano le aziende per il turismo parte integrante del gruppo Parmalat, sebbene fossero possedute direttamente dalla famiglia Tanzi. Le banche ne finanziavano le attivit? consapevoli del fatto che, in caso di difficolt? sarebbe intervenuta Parmalat a onorare i debiti. Una situazione esplosiva perch? a partire dal 2000 il settore viaggi non era pi? in grado di onorare i suoi debiti verso le banche, un segnale che a Collecchio non c'erano pi? soldi: se Parmalat nel 2002 avesse avuto un po' di cassa, non sarebbe ricorsa a Capitalia per erogare alla Hit un finanziamento ponte da 50 milioni. |