Parmatour scende in piazza
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economia e lavoro |
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27 Febbraio 2004 Parmatour scende in piazza Protesta contro Marzano: non siamo un asset da dismettere. Parte la commissione di inchiesta
MILANO Sul pasticciaccio della Parmalat lavorerà anche una commissione parlamentare d’inchiesta. Ieri la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha dato l'assenso a discutere con urgenza la proposta di legge per istituire una commissione d'inchiesta sul crac del gruppo di Collecchio. A chiedere l'urgenza, nella riunione dei capigruppo di ieri mattina, era stata la Lega e tutti i presidenti dei gruppi parlamentari hanno dato il proprio assenso. In quelle stese ore, nel frattempo, a Parma, sono scesi in piazza i dipendenti della Parmatour, la holding turistica creata dalla famiglia Tanzi. Centinai di lavoratori hanno dato vita ad una manifestazione per le vie del centro, bloccando il traffico e passando anche sotto il tribunale, dove i pm sono al lavoro per le indagini giudiziarie. Il corteo, che ha visto la presenza di molti dipendenti di altre province, si è snodato per le vie del centro cittadino e una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dal prefetto di Parma, Mario Licciardello. «È necessario che le decisioni per il futuro dei dipendenti Parmatour vengano prese in fretta - ha detto Angela Calè della Cisl - perché l'azienda sta correndo il rischio di uscire gradualmente dal mercato perdendo clienti». Cgil, Cisl e Uil criticano il ministro Antonio Marzano che ha parlato del turismo come di «un asset da dismettere insieme al Parma calcio». «C'è la sola differenza - hanno risposto i sindacati - che i dipendenti Parmatour non guadagnano come i calciatori, e non possono restare a casa senza lavoro per mesi». I dipendenti di Parmatour sono circa 700 in tutta italia, di cui un terzo a parma. Con gli stagionali i dipendenti superano le 1.100 unità. E ieri anche il comitato istituzioni-sindacati, che a Collecchio segue tutta la vicenda Parmalat, ha esaminato i problemi e ha chiesto scelte operative rapide, partendo dall'attivazione delle convenzioni per le biglietterie, «perché i lavoratori sono in stato di agitazione ma garantiscono la piena funzionalità del gruppo Parmatour». È un valore anche per il commissario Bondi, ma - hanno ribadito i dipendenti - non deve lasciarlo cadere nel vuoto. Nel frattempo, anche ieri, sia a Parma che a Milano sono proseguite le indagini delle due procure che indagano sul clamoroso default finanziario.
gp.r.
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