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26.02.2004 Parmatour, dentro anche l'ex presidente Bernardoni di Roberto Rossi
In gergo Fausto Tonna, l’ex direttore contabile della Parmalat, lo chiamava il “canestro”. Lui, Romano Bernardoni, presidente della Parmatour, arrestato mercoledì dalla Guardia di Finanza di Bologna, era uno di quei manager che facevano da collegamento tra le società di Collecchio e il mondo politico, la Guardia di finanza e le istituzioni. In realtà Bernardoni, re delle auto di lusso dell’Emilia Romagna, ex dirigente del Bologna Calcio, nonché titolare di una rete di concessionari, prelevato ieri mattina nella sua abitazione di Bologna per associazione per delinquere, bancarotta e false comunicazioni sociali, era qualcosa di più di un semplice mediatore. Calisto Tanzi, a cui lo legava un’amicizia di lunga data, lo aveva chiamato nel 2001 alla sua corte per scoprire chi rubava all’interno del settore turistico. È per questo che divenne presidente della Hit prima e di Parmatour poi.
Un controllore che di fatto, secondo i magistrati, controllò ben poco. L’ammontare dei prelievi distratti a favore sotto la sua supervisione è stata, in base agli accertamenti, di circa 20 milioni di euro solo nell’ultimo anno. Resta da capire se anch’egli abbia distratto autonomamente fondi per se stesso oltre che per le società.
È stato proprio Tonna, nel corso dell’interrogatorio del 6 gennaio scorso, ad accusare il dirigente Hit e Parmatour. Tonna, nelle sue dichiarazioni, ha fatto un esplicito riferimento a Bernardoni. «Per ultimo venne anche Bernardoni - disse Tonna - che veniva da me in quanto voleva che mi occupassi anche del turismo. Cosa che io ho sempre rifiutato. Anche Bernardoni ricevette denaro su disposizione esplicita di Tanzi».
Un’investitura diretta quella dell’ex patron di Collecchio, seriamente preoccupato del fatto che la figlia Francesca non sembrava ai suoi occhi riuscire a dominare e a controllare tutti i rivoli di denaro che si perdevano in miriadi di conti. Bernardoni, a quanto si apprende, si mise a lavorare di buona lena per scoprire gli autori delle distrazioni. Con tanto di viaggi all’estero per risalire ai conti. Indagini che intraprese insieme ad Angelo Cardile, dal dicembre scorso alla guida di Parmatour. Bernardoni mise gli occhi in particolare su alcune operazioni, come l’acquisizione di Going, l’affitto di alcuni hotel alle Seychelles, e la cessione per 66 miliardi di alcuni marchi. I suoi accertamenti consentirono al gruppo di accertare, confidò a Tonna, responsabilità nelle distrazioni di Camillo Florini e di Claudio Baratta.
Da Parma a Milano. Mercoledì sono arrivati nel capoluogo milanese, per incontrare i pubblici ministeri che si occupano del crack della società di Collecchio, gli ispettori della Sec (la Consob americana). Provenienti da Parma, dove avevano avuto un faccia a faccia con i pm emiliani che si occupano dell’altra inchiesta sul dissesto del gruppo agro-alimentare incentrata maggiormente sui reati societari, gli 007 americani hanno incontrato il procuratore capo Manlio Minale.
A Milano i funzionari della Sec si sono mostrati particolarmente interessati a quanto emerso su Bank of America e alla società di revisione Deloitte & Touche. Ma non solo. Gli investigatori sono anche interessare a conoscere i legami dell’azienda alimentare con Citygroup, l’istituto finanziario americano che contribuì alla costruzione del veicolo finanziario Buconero (dove confluirono parte delle perdite della società, come nei conti “bidone” e “tappo” rivelati dal contabile Gianfranco Bocchi al pm Francesco Greco). E proprio due giorni fa in tarda serata l’ex funzionario di Bank of America in Italia, Luca Sala, è stato interrogato per svariate ore dai pubblici ministeri lombardi.
Ma giovedì non sarà solo il giorno per altri interrogatori. Per quattro ore si fermano in tutta Italia, con una manifestazione che si svolgerà a Parma, i dipendenti della Parmatour. Per protestare contro il rischio di perdere i clienti, di uscire gradualmente dal mercato. In poche parole contro il rischio di scomparire.
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