
lunedì 8 marzo 2004
Parmatour Connection, quante coincidenze
Due ex dirigenti, Baratta e Florini, diventano soci, base Lussemburgo. Ora emergono strane analogie con le holding dei Tanzi. Guardate gli indirizzi
Parma, Strada XX Settembre 6, citofono dorato, due targhette: «Business Solutions srl» e «La Reine srl», scala B, per suonare comporre il 44. Comincia qui un viaggio che porterà lontano seguendo le tracce degli affari di due ex manager della Parmatour, la holding turistica della famiglia Tanzi. I due manager sono Claudio Baratta e Camillo Florini, arrestati il 17 febbraio con altri sei indagati, tra cui i figli di Calisto Tanzi, Francesca e Stefano. Le accuse sono: associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, alla truffa, al falso in bilancio e alle false comunicazioni sociali. Baratta è stato per anni l’uomo guida del gruppo turistico, un agglomerato di società (Club Vacanze, Comitours, Going, Chiariva, Sestante, Last Minute Tour), acquisite in un decennio e poi raccolte nel 2003 sotto la holding Parmatour. Si è dimesso nel settembre 2002 mantenendo però alcune cariche residue. Florini ha avuto incarichi di vertice dal ’97 fino alla primavera del 2002. Ma prima, agli inizi degli anni Novanta, era stato il braccio destro del costruttore-editore Edoardo Longarini coinvolto nella Tangentopoli marchigiana, quella sul piano di ricostruzione di Ancona. Florini, che fu anche presidente dell’Ancona Calcio, nel ’92 finì per alcuni mesi in carcere con le accuse di truffa aggravata e falso ideologico. Nel ’94 lo chiamò Tanzi. Contro Baratta e Florini puntano il dito sia Fausto Tonna, ex direttore finanziario Parmalat, sia Angelo Cardile, ex generale della Finanza e ultimo presidente Parmatour. Cardile, in particolare, davanti agli inquirenti accusa Baratta e Florini di aver sottratto «2.312.000 euro prelevandoli in contanti in Lussemburgo» e poi si chiede perché «gli incassi turistici esteri non passavano da conti bancari», ma «venivano trasportati da appositi funzionari direttamente a Baratta, dal ’98 al 2002, dopo di che si ignora che fine facessero». A questo punto torniamo a Parma in via XX Settembre 6. Come ci si arriva? Chiedendosi che fine hanno fatto Baratta e Florini dopo le dimissioni dal gruppo turistico nel 2002. «Baratta si è dato alla gastronomia», dice un ex dirigente di Parmatour che invece ha perso le tracce di Florini. Ha ragione, Baratta appena lasciato il turismo dei Tanzi ha messo su la Parma Gastronomica srl che di mestiere organizza rinfreschi, buffet, produce pasta fresca, torte, pizze... La sede? È in via XX Settembre 6 ma bisogna credere ai documenti perché non c’è il campanello. C’è invece quello di altre due società: Business Solutions e La Reine. Il mistero s’infittisce. Ma c’è un collegamento, un unico comun denominatore che porta addirittura fino alle holding della famiglia Tanzi che controllano la Coloniale e quindi il gruppo Parmalat. Componiamo il puzzle, partendo da La Reine. Produce dessert freschi e gelati, una ventina di milioni di euro di fatturato. Il titolare, Massimo Conti, è di Collecchio e la scorsa estate si è messo insieme a Baratta e Florini nella Financiere Saint Roque Holding, Lussemburgo. Un segnale che forse i due ex manager hanno unito le forze negli affari. Di Parma Gastronomica srl Baratta è amministratore unico; il 90% della società appartiene a una finanziaria lussemburghese, la Food and Drink, costituita nel maggio 2002 e di cui sono amministratori delegati da luglio 2003 lo stesso Baratta e Camillo Florini. È la conferma: Baratta e Florini, una volta usciti da Parmatour, si sono messi in affari insieme. Ma lontano da occhi indiscreti, intestando il business gastronomico a una holding creata ad hoc in Lussemburgo. Sono due gli elementi da tener ben presenti: la sede della Food and Drink in Boulevard Royal 8 e il revisore dei conti Queen’s Holdings di Wilmington (Delaware). C’è una sensazione di già visto e di strani «giri» tra paradisi fiscali. Torniamo alla Parma Gastronomica: se il 90% è della Food and Drink, di chi è il resto? Della Business Solutions, cha ha il campanello dorato in via XX Settembre 6 e Baratta amministratore unico. Costituita nel maggio 2002, il socio di maggioranza era Angelo Busani, il notaio della Parmalat e della famiglia Tanzi. Poi il notaio ha venduto la Business Solutions alla New Management Company e alla Elismaco, entrambe lussemburghesi, con sede in Boulevard Royal 8 e revisore Queen’s Holdings. Coincidenze che sembrano indicare un’unica struttura societaria che fa capo al tandem Baratta e Florini. Un sistema creato dopo l’uscita da Parmatour, con base in Lussemburgo. Il sospetto di fondo sul quale starebbero cercando riscontri gli inquirenti parmigiani è che questa struttura in realtà sia servita a investire e nascondere i proventi (forse anche le distrazioni), dei due manager in anni di gestione della attività turistiche. Da notare che la coppia, secondo l’accusa, aveva delega ad operare su un conto corrente della Business & Leisure, una società del turismo beneficiaria di uno dei più rilevanti furti da Parmalat: 95 milioni incassati in un colpo solo. La sede di Business & Leisure è in Lussemburgo, Boulevard Royal 8. Arriviamo al passaggio finale, alla strettoia di tutte le coincidenze. L’impero della famiglia di Collecchio era (e formalmente è ancora), governato attraverso le holding lussemburghesi Acqua (ramo Calisto Tanzi), Otranto e Never (Giovanni Tanzi) e Theobroma (ramo Visconti). La sede? Per tutte Boulevard Royal 8. I revisori? Queen’s Holdings di Wilmington nel Delaware, dove tra l’altro si sono insediate numerose società del gruppo Parmalat. I consigli di amministrazione? Tutti in fotocopia, sia nel sistema Baratta & Florini che in quello dei Tanzi, se si sale ancora su, fino alla fiduciaria cui è intestata la proprietà di alcune lussemburghesi, dell’uno e dell’altro gruppo: L.M. Consulting, Boulevard Royal 8. Un trionfo di analogie nel sottobosco lussemburghese e, forse, una regia comune, non ancora afferrata.
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Mario Gerevini
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Tonna: «Si erano appropriati di miliardi in nero»
«Bernardoni mi disse di avere le prove del fatto che i due ( cioè gli ex manager Parmatour, Claudio Baratta e Camillo Florini, ndr ) si erano appropriati di alcuni miliardi di lire, costituenti proventi in nero delle società del turismo». Lo dice Fausto Tonna, ex direttore finanziario del gruppo Parmalat, in un recente interrogatorio davanti ai pm parmigiani, riferendo le confidenze di Romano Bernardoni, potente amico di Calisto Tanzi ed ex presidente Parmatour. «Mi ha detto - è scritto nel verbale - di prelievi in contanti operati da Florini e Baratta su conti esteri della società per importi ingenti». «È vero - afferma sempre Tonna in un altro interrogatorio - che avevo scarsa considerazione del Baratta. Ciò era dovuto al fatto che lo stesso aveva dilapidato i 145 milioni di euro che il gruppo turistico aveva ricevuto da Parmalat Finance Corporation. Per questo motivo Calisto Tanzi a un certo punto destituì Baratta facendogli subentrare o prima Florini o subito Bernardoni insieme a Florini. Non so come la scelta sia caduta su Bernardoni che so essere amico di famiglia di Tanzi». Tonna ha ricostruito e ammesso distrazioni da Parmalat verso il settore turistico (appartenente alla famiglia Tanzi), per 500 miliardi di lire fino al 1998 e per non meno di 500 milioni di euro tra il ’98 e il 2003.
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