20/2/2006 ore: 12:06
Parigi dilaga nell'economia italiana
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Pagina 41 - Economia Carrefour, Auchan, Lactalis, Edf, Agricole e ora Bnp: lo shopping italiano dei grandi gruppi francesi Parigi dilaga nell'economia italiana Il nuovo colbertismo – fondato su una virtuosa complicit? tra pubblico e privato – per ora funziona. La Pepsi – se mai l?aveva pensato – si ? ben guardata da sfidare l?Eliseo per un pugno di sorgenti. La Francia ? riuscita a salvare Alstom malgrado l?opposizione della Ue, a sottrarre i farmaci Sanofi dall?abbraccio della svizzera Novartis, a impedire che le miniere di Eramet finissero ai brasiliani di Vale Rio Doce. Mentre nello stesso tempo i suoi giganti, quelli pubblici compresi, si sono dedicati allo shopping (incontrando pochi ostacoli) in giro per il mondo. L?Italia ? lo specchio pi? fedele del successo di questa politica. Parigi ha da tempo messo gli occhi sul nostro mercato. Simile culturalmente al suo ma presidiato da un capitalismo debole, da un sistema bancario meno coeso e da un mondo politico ondivago e latitante sul tema della politica industriale. I risultati si vedono. Uno alla volta, molti dei settori nevralgici della nostra economia sono finiti nel mirino dei gruppi transalpini. Lo shopping ? iniziato nella grande distribuzione. Con Carrefour-Promodes e Auchan all?attacco e diversi supermercati tricolori finiti oltralpe, da Gs alla Sma-Rinascente fino alla Coin. Poi ? toccato all?alimentare. In mani francesi sono finiti il taleggio Cademartori, Locatelli, la Invernizzi. Di recente Lactalis ha rilevato Galbani. Tra il 2004 e il 2005 Parigi ha comprato aziende italiane per oltre 8 miliardi, secondo Kpmg, mentre in direzione opposta ci sono stati investimenti per soli 330 milioni. Nei comparti strategici, poi, il governo ha mosso in prima persona. Air France ha da tempo un cip in Alitalia. Edf ha scalato Edison nel 2002 per poi arrivare a una coabitazione (scomodissima per i partner italiani) con Aem. Una spartizione concordata dopo un minimo di resistenza politica di Roma, cui Parigi ha promesso spazio per Enel nell?energia d?oltralpe. Fulvio Conti per? fatica a far valere i suoi diritti lungo la Senna, mentre Edf, alla scadenza del patto su Edison tra tre anni, potrebbe tentare l?affondo finale. E anche le Autostrade, quando hanno cercato di inserirsi nella partita delle privatizzazioni, sono state costrette a un rapido dietrofront. La partita decisiva per? ? il risiko su banche e assicurazioni. L?Opa da 9 miliardi di Bnp su Bnl e l?acquisto di Nextra da parte di Credit Agricole rischiano di essere solo l?antipasto. Lo stesso Agricole controlla il 17% di Banca Intesa e non ha certo l?intenzione di fare da spettatore nel riassetto del credito tricolore. Vincent Bollor?, affiancato da una vecchia volpe come Antoine Bernheim, dal franco-tunisino Tarak Ben Ammar e da diverse istituzioni francesi, presidia con una quota dell?11% (ma si sussurra che potrebbe essere molto maggiore) il capitale Mediobanca. Centro nevralgico del fragile sistema dei patti di sindacato italiani e primo azionista di quelle Generali da tempo oggetto del desiderio del mondo assicurativo francese (Axa in primis). La vera offensiva finale in grado di fare dell?industria e della finanza italiana un satellite d?Oltralpe potrebbe in teoria partire da qui. Difficile arrivi la spallata. Pi? facile che l?estabilishment transalpino, facendo leva sulle divisioni di casa nostra si allei con un pezzo (magari valutando quale dopo le elezioni) d?Italia. Il tempo, poi, vista la disparit? della forze in campo, lavorer? per fare di Parigi la capitale economica del sistema Italia. |