Palermo. Miraglia: i lavoratori ora sperano
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mercoled? 25 ottobre 20o6
Pagina VII - Palermo
Il crac eccellente
Le reazioni
Nel vortice di sigle sparite le indennit? di fine rapporto
I lavoratori ora sperano "Avremo le liquidazioni"
Un commesso racconta "Ogni due o tre anni cambiavamo societ? e venivamo licenziati" Stipendi pagati fino a giugno adesso si aspetta la cassa integrazione
ISABELLA NAPOLI
SONO ancora in attesa della cassa integrazione i 120 dipendenti dei punti vendita Miraglia, che hanno chiuso i battenti il 24 luglio scorso. Da allora, sono rimasti senza stipendio n? trattamento di fine rapporto. Avevano ricevuto le mensilit? fino a giugno. Ora il sequestro dei beni immobili da parte della Guardia di finanza riapre per circa una settantina di loro la speranza di potere ricevere anche le liquidazioni arretrate. Come racconta uno dei dipendenti Pietro Gentile, diciassette anni alle dipendenze del gruppo sotto le pi? varie forme societarie, dalla Miraglia srl alla Immobiliare Archimede, una societ? con sede a Milano, e con contratti da full a part time.
?Ogni due tre anni i titolari cambiavano forma societaria e licenziavano i dipendenti - dice Gentile - ma non pagavano le liquidazioni. Io per esempio vanto un credito di 50 mila euro, altri colleghi anche pi? anziani somme ancora maggiori. Speriamo che il sequestro dei beni possa rimetterci in pista assieme agli altri creditori?. Il fallimento della Gmc sas, nata dalle ceneri della Miraglia spa a luglio scorso, ha portato per il momento solo all?attivazione della procedura per la cassa integrazione guadagni. L?accordo tra i sindacati e la curatela fallimentare ? stato siglato ad agosto scorso. Ma prima di avviare la richiesta al Ministero del Lavoro la curatela fallimentare, affidata al legale Mario Parisi, ha dovuto verificare lo stato dei libri contabili. ?La risposta da parte del ministero dovrebbe arrivare nei prossimi giorni - dice Vincenzo Cangemi, segretario provinciale della Filcams-Cgil - e dare il via al pagamento per un anno di assegni di circa 750 euro per i dipendenti full-time e 400 per i part-time?.
? questa prospettiva che ha frenato i dipendenti dei punti vendita, 14 tra Palermo e Catania e due a Roma e Padova, da una nuova manifestazione di piazza. Tre di loro, a Palermo, hanno trovato un impiego a tempo determinato ma alla scadenza, se ancora disoccupati, potranno ancora richiedere di essere inseriti nella procedura di cassa integrazione. Procede invece il lavoro della curatela fallimentare per l?affitto dei locali del gruppo. Nei mesi scorsi ? stato completato l?inventario della merce nei negozi, in questi giorni sta per essere definito anche quello del magazzino di via Ugo La Malfa. ?Abbiamo intenzione di depositare un avviso che metter? a bando l?avviamento commerciale e il subentro nei contratti di locazione dei punti vendita Miraglia - spiega Mario Parisi, curatore fallimentare - la gara con un importo prestabilito sar? aperta alle imprese che vorranno partecipare?. Nei mesi scorsi, subito dopo la dichiarazione di fallimento, avevano manifestato l?intenzione di rilevare l?azienda i Bucalo, amministratori della Gifrab, gruppo tessile siciliano e Benetton. Dichiarazioni d?intenti che per? non hanno portato a nessun accordo.
L?ANALISI |
Le dichiarazioni di insolvenza sono 132. Nel 2005 erano 159 Diminuiscono le attivit? in dissesto. I giudici: "? l?effetto della riforma"
Diminuiscono i fallimenti a Palermo. Al 30 settembre di quest? anno sono state dichiarate fallite 132 aziende, mentre nello stesso periodo dello scorso anno vi sono stati 159 fallimenti. La diminuzione ? dovuta all?entrata in vigore della nuova legge fallimentare a cui si ? adeguato il foro palermitano. ?I nuovi criteri legislativi - dice Vito Ivan Marino, presidente della sezione fallimentare del tribunale di Palermo - limitano il campo di azione alle imprese con investimenti fino a 300 mila euro, che pertanto vengono escluse dal fallimento. Cos? pure non possono essere dichiarati falliti gli operatori che abbiano un fatturato annuo inferiore a 200 mila euro o una esposizione debitoria inferiore a 25 mila euro.
Il settore economico con il maggior numero di fallimenti ? il terziario e, in particolare, il commercio degli abbigliamenti?. Per Marina Genovese, della Filcams Cgil, il sindacato del commercio, ?la situazione occupazionale ? comunque preoccupante, dopo il crac di Miraglia e Zannelli e la procedura di mobilit? della Sma?.
Salvatore Maranzano
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