29/10/2007 ore: 12:04
Neolaureati e operai, stesso reddito
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La Cgil: in cinque anni 2 mila euro in meno a lavoratore dal 2001 "premiati" solo i dirigenti Un trend che nel 2007 s´è però leggermente invertito: ferme a tutto aprile le retribuzioni dei dirigenti, guadagnano qualcosa i quadri (più 1,7%), gli operai (+5,4%) e finalmente gli impiegati (+5,4%). Ma la testa fuori dall´acqua i colletti bianchi ancora non l´anno messa: nemmeno il leggero recupero che c´è stato nel 2007 riuscirà a fargli riprendere il perduto potere d´acquisto. Sette anni in cui il divario sociale s´è dunque accentuato. Secondo uno studio dell´Ires-Cgil, tra il 2002 e il 2006 gli operai hanno subìto una riduzione del reddito disponibile pari a 2050 euro, mentre liberi professionisti e dirigenti si sono ritrovati 12.200 euro in più. Dunque la classe media e bassa ha perso potere d´acquisto. E i giovani? Sono sempre più sacrificati. «Chi ha sotto i 32 anni guadagna in media 800 euro netti al mese - spiega Agostino Magale, direttore dell´Ires Cgil - e chi ha una laurea in tasca oggi ha una paga inferiore rispetto a chi è andato a fare l´operaio anni prima». E i dati di OD&M lo confermano. Gli stipendi dei neolaureati sono andati giù del 7,8 per cento. Peggio ancora per chi ha dai tre ai cinque anni di esperienza (che ha visto diminuire la retribuzione in termini reali del 13,1 per cento), essendo entrato nel mercato del lavoro proprio quando l´economia andava male. Ma il dato sorprendente è che oggi i neolaureati guadagnano in media 23mila euro, dunque poco più di un operaio (22.736 euro l´anno comprensivi però di premi e straordinari). «La laurea non paga più perché si sta abbassando il livello di ingresso»- spiegano a Od&M - Soprattutto le piccole aziende, per ridurre i costi, preferiscono assumere diplomati. È vero però che nel lungo periodo un diploma di laurea è quello che fa scattare gli aumenti e dunque crescere la retribuzione». Nell´universo giovani solo stati infatti solo i non laureati (con uno o due anni di esperienza) che tra il 2001 e il 2006, sono riusciti a difendere un po´ il potere d´acquisto. Che cosa è accaduto in questi anni? Per Agostino Megale la risposta è una sola. «Dal 1993 al 2003 - spiega il direttore dell´Ires Cgil - su 21 punti di aumento della produttività solo 3 sono andati ai lavoratori, gli altri sono andati tutti ai profitti. È giunta l´ora di invertire la tendenza». |