25/9/2002 ore: 11:10
Nell'aula vuota non passano le riforme
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25 settembre 2002
COMMENTI E INCHIESTE
IL LAVORO CHE CAMBIA
Ieri al Senato è mancato per otto volte il numero legale per votare il disegno di legge su collocamento,
part-time e riordino dei contratti formativi - Assenze nella maggioranza, ostruzionismo dell’opposizione
Nell'aula vuota non passano le riforme ROMA. Alle cinque del pomeriggio la maggioranza si
sveglia. Nell’Aula del Senato ieri si discuteva il disegno
di legge sulla riforma del mercato del lavoro e, in mattinata
e ancora nel pomeriggio, si era toccato il record: per
otto volte era mancato il numero legale. Già la scorsa
settimana il provvedimento era rimasto fermo, tra i banchi
vuoti dell’Assemblea. Colpa del centrosinistra, accusa
la maggioranza ma l’opposizione contrattacca invocando
l’uso legittimo degli strumenti di ostruzionismo. Gli
stessi che ha utilizzato ieri e che sono andati a buon fine,
almeno fino a un certo punto.
Il risveglio. È un vertice dei capigruppo di maggioranza
a richiamare all’ordine e, dalle cinque del pomeriggio
in poi, tutto comincia a marciare. Tutte le verifiche del
numero legale chieste dall’opposizione confermano che
il Senato può andare avanti: infatti, vengono approvati a
raffica quattro articoli, fino al numero cinque. Oggi è
previsto il primo via libera del testo. Mancano infatti solo
tre articoli alla conclusione dell’esame, poi, toccherà alla
Camera esaminare il provvedimento. Sessione di bilancio
permettendo.
Gli articoli votati. Il primo articolo era stato votato
già la scorsa settimana e prevede una vera liberalizzazione
del collocamento. Viene, infatti, consentito (oggi è
vietato) che anche le agenzie di lavoro temporaneo possano
fare attività di intermediazione tra domanda e offerta
di lavoro. Viene poi introdotto lo staff leasing, un contratto
di stampo anglosassone che dà la possibilità a un’azienda
di affittare, anche a tempo indeterminato, il personale.
Ieri invece sono passati, senza modifiche sostanziali, gli
articoli sul riordino dei contratti a contenuto formativo
(apprendistato, contratto di formazione lavoro e tirocinio),
la delga al Governo per riformare le regole sul part-time
introducendo maggiori dosi di flessibilità e tutto il
pacchetto di nuovi contratti. Lavoro a chiamata, coordinato
e continuativo, occasionale, accessorio, job sharing: sono queste
le flessibilità "esordienti" targate centro-destra che il Governo
dovrà definire e regolare entro un anno.
Botta e risposta con l’opposizione.
«Sa, è martedì mattina, molti senatori sono fuori», risponde
Renato Schifani, capogruppo di Forza Italia, a chi gli
chiede come mai, vista la priorità che il Governo dà al lavoro e
al Patto per l’Italia, la maggioranza risponda con le assenze.
Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi,
se la prende invece con l’Ulivo e a chi gli fa notare
il diverso atteggiamento della maggioranza sulla legge
Cirami, dove il numero legale fu sempre assicurato dalla
coalizione di Governo, risponde: «Lì c’era uno scontro,
un muro contro muro che ha portato a una mobilitazione
in Aula dei parlamentari». E poi attacca: «L’opposizione
deve concorrere al numero legale altrimenti le istituzioni
si bloccano».
Le assenze e l’ostruzionismo. Il blocco, però, è voluto.
«Ci mancherebbe altro — ribatte Gavino Angius,
capogruppo Ds — che concorriamo a fare approvare un
testo che non condividiamo. Soprattutto con una maggioranza
che usa il Parlamento come un votificio e che non
ammette confronto. Sono loro, semmai, ad avere il dovere
di essere in Aula». Le giustificazioni la maggioranza
prova a darle: dalla statistica delle presenze si nota come
le defezioni siano contenute mentre la prossima settimana,
in una riunione dei capigruppo, potrebbe passare la
linea di concentrare solo su martedì pomeriggio, mercoledì
e giovedì le votazioni in Aula.
La cronaca: tra emergenze e contegno. «Neanche
nelle aule universitarie ho visto un comportamento simile
e voi siete ultraquarantenni. Vi prego di usare un contegno
decoroso»: Domenico Fisichella vicepresidente del
Senato cerca come può di calmare gli animi. La bagarre
in Aula è forte soprattutto sulle verifiche del numero
legale: ma c’è anche un senatore che lo mette al corrente
di varie emergenze: «I colleghi senatori si lamentano
della seduta prolungata, hanno necessità di uscire: magari
due o tre per volta». Fisichella ride: «Ma perché fa queste
dichiarazioni in Aula. Siamo in piena anarchia!».
LINA PALMERINI