Napoli. Onyx: una crisi in guanti gialli
NAPOLI
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MERCOLEDÌ, 09 GIUGNO 2004 |
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Pagina I e XIV - Napoli |
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L´accordo per i 16 dipendenti prevede residence pagato, rimborsi e riassunzione finale |
Onyx, una crisi in guanti gialli |
GIANTOMASO DE MATTEIS
Mentre gli operai della Metalfer bloccavano la Salerno ? Reggio Calabria, i 16 dipendenti della Onyx di via Toledo tiravano un sospiro di sollievo. E mentre i primi stavano sotto il sole fino a tarda serata (e nessuno li sentiva, tranne gli sfortunati automobilisti), i secondi in una fresca stanza dell´assessorato al Commercio, a Palazzo San Giacomo, definivano in un´ora la loro vertenza. E che vertenza: i posti di lavoro saranno conservati, anche se dal primo settembre il megastore di via Toledo chiuderà i battenti. Al momento. |
Le giovani lavoratrici verranno trasferite temporaneamente nei punti vendita di Roma. L´azienda si farà carico direttamente dell´alloggio presso un residence, dell´abbonamento ferroviario per il trasferimento settimanale da Napoli alla sede di lavoro e il ritorno a Napoli, di due buoni pasto per ogni giorno di effettivo lavoro. L´azienda, inoltre, si è impegnata a garantire alle lavoratrici la ricollocazione a Napoli e in provincia al più presto possibile e comunque entro il termine massimo di tre anni. Un colpo, di questi tempi, per il sindacato (rappresentato dalla Filcams Cgil). Una vittoria da stato sociale svedese, per i lavoratori. Più che una vertenza, quella dei dipendenti della Onyx partenopea, sembra una promozione. «Una bella trasferta», come suggerisce Rosario Stornaiolo della Cgil. Eh sì, perché la spa dell´abbigliamento per adolescenti, 20 punti vendita in Italia, 220 addetti ha giù chiuso a Milano e a Bergamo. Senza nessuna "trasferta romana". Per carità, i posti di lavoro devono essere tutelati. Ma l´accordo siglato ieri, con la benedizione dell´assessore al Commercio Raffaele Tecce, sa di miracoloso e incuriosisce. In un momento in cui proprio il commercio a Napoli e nel Sud registra una grande battuta d´arresto: ci sono più negozi che abitanti, crisi nelle vendite, effetto euro, invasione del tessile cinese (nel nostro caso) e un piano di razionalizzazione che parte proprio dal ricco Nord. Esulta l´assessore Tecce: «Ancora una volta si è dimostrato che le grandi aziende italiane sono propense a conservare la professionalità delle maestranze della nostra città. Senza troppa enfasi mi sembra che si tratti di una grande vittoria di Napoli come città a vocazione commerciale». Di enfasi forse ce n´è troppa, considerando le cifre della crisi e l´invidia che susciterà l´accordo nei confronti degli altri meno fortunati lavoratori del comparto. La Onyx parla di «difficoltà temporanea» e del «sovradimensionamento delle metrature rispetto ai criteri aziendali». Fuori dai tecnicismi, gli "store" sono troppo "mega" e gli affitti sono arrivati alle stelle. E riferendosi alla fortunata "trasferta" delle giovani lavoratrici napoletane osserva che «l´azienda preferisce investire nelle risorse umane, soprattutto a Napoli, avamposto del Sud». Il sindacato dice di aver rinunciato alla monetizzazione del lavoro e di aver puntato al mantenimento del posto di lavoro. Qualcuno, forse in malafede, dopo la chiusura di Milano e Bergamo, invece sente puzza di bruciato: all´orizzonte si paventa una cessione d´azienda o qualche altra alchimia imprenditoriale. Ipotesi smentite dalla Onyx e dalla Filcams Cgil: «Si poteva scegliere la mobilità, allora». Per le giovanissime dipendenti di via Toledo è solo un miracolo napoletano. |
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