24/10/2006 ore: 12:40

Monza. Nei call center 1.500 precari su 2.000 addetti

Contenuti associati

    marted? 24 ottobre 2006

    Pagina 3 - Brianza Primo Piano
      LAVORO
      L’indagine della Cgil
        Nei call center 1.500 precari su 2.000 addetti

        di Martino Agostoni

        MONZA — In Brinaza sono sei i principali call center, comprense le sedi distaccate di ?Call and Call? di Cinisello Balsamo e di ?Televoice? (il pi? grande di Monza) di Cernusco sul Naviglio. Gli operatori impiegati sono 2.029 di cui 1.296 sono collaboratori a progetto, 287 sono contratti a termine, 116 apprendisti e 446 con l’indeterminato, ovvero solo il 22,21% del totale. I dati brianzoli sono in linea con quelli nazionali dove, da stime dell’Inps, risultano esserci 250 mila lavoratori nei call center di cui il 25% con contratto a tempo indeterminato. Il profilo d’impiego principale nei call center ? costituito da giovani e donne ?quindi – chiarisce Domenico Guerriero, segretario della Filcams Cgil Brianza -, nella maggioranza dei casi, la fascia pi? debole dei lavoratori. E non ? vero che le donne che ci lavorano sono casalinghe che, portati i figli a scuola, lavorano al call center tre ore per arrotondare le entrate. Ci sono, e sono la maggioranza – sottolinea il sindacalista -, donne che vivono esperienze di disagio e hanno necessit? di un lavoro vero per vivere, mantenere la famiglia o i genitori anziani?.

        ?Fuori dal precariato? ? lo slogan della settimana nazionale dedicata alla precariet? nel lavoro che si concluder? con una grande manifestazione a Roma il 4 novembre. Cgil Brianza, attraverso le sigle Nidil (nuove identit? di lavoro) e Filcams (settore del commercio), organizza l’incontro pubblico ?Call center. Metafora o fabbriche di precari?? (venerd? 27 ottobre alle 20 nella sala convegni della Circoscrizione 3, in via D’Annunzio 35). Nella stessa sala siederanno oltre ai rappresentati sindacali di Cgil, tra cui Marinella Meschieri, segretario nazionale Filcams, anche i lavoratori dei call center della zona e Umberto Costamagna, presidente di Assoconctat (l’associazione dei Call Center in Confindustria) nonch? presidente di ?Call and Call?, uno dei maggiori call center brianzoli. ?Sul tavolo ci sar? la condizione della Brianza in questo settore perch? i call center sono la punta dell’iceberg della precariet? - chiarisce Domenico Guerriero – e la volont? di avviare un processo di stabilizzazione dei lavoratori?. Infatti, esclusi i lavoratori a tempo indeterminato, i collaboratori dei call center hanno contratti da precari. Sono inquadrati come lavoratori autonomi, non dovrebbero essere vincolati da gerarchie aziendali o rientrare in regole interne di turni e orari, ma, in realt? (come dimostra un recente verbale degli ispettori del lavoro redatto al call center Atesia di Roma) gli operatori svolgono un lavoro subordinato a tutti gli effetti e, quindi, andrebbero tutti assunti, tanto gli inbound che ricevono le telefonate quanto gli outbound che le fanno.

        Da gennaio, secondo un un protocollo d’intesa sottoscritto tra Assoconctat e Cgil, Cisl e Uil dovrebbe avviarsi un percorso di stabilizzazione degli operatori. ?Come Filcams Brianza vogliamo incontrare i 6 call center brianzoli per avviare nel nostro territori questa stabilizzazione – spiega Guerriero -.

        Ormai il mercato dei call center ? stabile da 10 anni, ? un settore strategico della comunicazione, impiega pi? di 250 mila persone in Italia e necessita di qualit? professionali e competenze specifiche. Ci sono tutti gli elementi perch? anche il mondo dei call center diventi un settore normale di lavoro e, in Brianza, alcuni segnali li abbiamo ricevuti?.

      Close menu