Montecatini. Proclamato lo sciopero a oltranza
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giovedì 22 dicembre 2005
Pagina 2 - Montecatini
Proclamato lo sciopero a oltranza
Dipendenti infuriati: «Solo promesse». Garantiti gli stipendi
David Meccoli
MONTECATINI. Sciopero a oltranza da parte dei dipendenti delle Terme. È quanto è emerso al termine di un incontro svoltosi ai margini dell’assemblea della società di gestione. Da questa, i lavoratori e i sindacati si aspettavano un segnale forte, ma alla fine dalla Palazzina Regia sono uscite solo promesse che non hanno soddisfatto gli interlocutori.
Solo promesse. Al termine dell’assemblea sono stati convocati i rappresentanti sindacali.
«Le prime notizie sono preoccupanti», si lascia sfuggire Vincenzo Scotellaro, coordinatore Cgil in Valdinievole, quando qualcosa comincia a trapelare al di fuori della stanza dei bottoni. Poi arriva una comunicazione dell’azienda: «Nei prossimi giorni saranno pagati gli stipendi, tredicesima e quattordicesima comprese». La società Terme sembra aver ottenuto il recupero dell’anticipo dei crediti sulle prestazioni al Ssn. Ma ciò non basta ai dipendenti, stanchi di ricevere «solo promesse».
Sciopero. «I lavoratori - dice Fabio Capponi, Filcams Cgil - hanno votato all’unanimità di proclamare uno sciopero permanente, pur apprezzando i tentativi fatti dalla proprietà per giungere a una soluzione transattiva». La protesta si rivolge contro una situazione che ormai li vede con le spalle al muro: lunedì sono partite da Ascoli le lettere di messa in mobilità per 40 dipendenti, mentre con gli stipendi siamo fermi alla mensilità di ottobre. Tre le condizioni per mettere fine allo sciopero, elencate da Capponi: «Firma sull’accordo di transazione, revoca della mobilità e pagamento degli stipendi».
Altre iniziative. Essendo tre condizioni sine qua non, è prevedibile che le Terme resteranno chiuse per tutte le Feste. E potrebbe non essere tutto: i sindacati hanno più volte affermato di «essere pronti a bloccare la città» per «portare alla conoscenza di tutti, anche all’esterno, la vicenda Terme».
Transazione. A cercare bene, comunque, si trova anche un segnale di speranza. «Ci sono le condizioni per chiudere la transazione, compresa la restituzione immediata dell’azienda alla proprietà - dice Tullio Ruffoni, Fisascat Cisl - e tale disponibilità ci è stata comunicata anche da parte della Silf (società controllata da Santarelli, che detiene la minoranza delle quote azionarie, ndr)». «La transazione - dice Vito Vacchi, presidente dell’Immobiliare - passa dal contatto diretto instaurato tra il governatore Martini e il gip di Ascoli. Ma non sta certo in piedi, come invece ha osservato la Cisl, che è stata l’Immobiliare a creare problemi intorno a questa soluzione: dove avrei messo gli ostacoli? Sono altri, casomai, che li hanno messi a me, che non ero certo libero di stabilire da solo la cifra necessaria a transare».
Righi. «Il presidente - comunicano dalla società Terme - si è dimesso prima che fosse aperta un’azione di responsabilità nei suoi confronti». «La Montecatini Partners ha votato a favore dell’azione nei confronti di Righi, mentre io ho votato contro: solo dopo il presidente ha rassegnato le dimissioni», puntualizza Vacchi.
Niente di fatto, infine, sul fronte aumento del capitale: l’assemblea della Montecatini Partners era andata in precedenza deserta e il rappresentante della società non aveva pertanto il mandato per affrontare la questione.
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