Mirafiori scrive a Fazio:«Ora invita gli operai in tv»
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La discussione sul futuro degli stabilimenti italiani della Fiat si è aperta in televisione. E in televisione è giusto che si chiuda, in modo che l’opinione pubblica nazionale possa farsi un’idea chiara dopo aver sentito entrambe le parti in causa. Così la pensano i seicento lavoratori di Mirafiori che hanno scritto una lettera a Fabio Fazio, il conduttore di Che tempo che fa, per chiedere di essere invitati in trasmissione a replicare Sergio Marchionne, che proprio su Rai3 domenica scorsa «esprimeva il suo punto di vista su argomenti che ci riguardano direttamente».
IL PUNTO DI VISTA DEI LAVORATORI «Pensiamo sia importante dare la possibilità ad uno di noi di esprimere il nostro punto di vista, che è quello di persone che ogni giorno varcano i cancelli della Fiat per lavorare nelle linee di produzione e che vivono quotidianamente la fabbrica dall’interno». Gli operai di Mirafiori, quelli che per l’ad del Lingotto non hanno prodotto quest’anno nemmeno un euro di utile, vorrebbero raccontare «come funziona il ciclo produttivo, come le auto si costruiscono e prendono forma dentro le officine, nelle linee di montaggio » e soprattutto «come questo accada a costo di enormi sacrifici da parte di persone che dedicano la loro vita a svolgere questo mestiere». Una questione di completezza dell’informazione, più che di par condicio, la stessa che ha spinto il dirigente della Fiom Giorgio Cremaschi a chiedere spazio di parola anche per i tre lavoratori illegittimamente licenziati a Melfi. «A rappresentare le ragioni e le istanze dei lavoratori» nella trasmissione di Rai3, ha risposto il capostruttura di Raitre Loris Mazzetti, ci sarà comunque Susanna Camusso, già invitata per domenica 7 novembre in quella che sarà probabilmente la sua prima uscita pubblica dopo la sua investitura a segretario generale della Cgil prevista il 3 novembre. LA PRECISAZIONE DI ELKANN Intanto, a precisare la posizione dell’azienda torinese in un dibattito allarmato e spesso indipendente dalle nude dichiarazioni dell’amministratore delegato del Lingotto, è intervenuto ieri il presidente della Fiat John Elkann, a rompere il lungo silenzio tenuto in materia dalla famiglia Agnelli: «Non è vero che Marchionne ha detto che la Fiat vuole lasciare l’Italia. Ha solo posto un problema di competitività dell’Italia stessa e su questo dobbiamo agire». Sugli stessi toni, il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo: «Tutti noi sappiamo benissimo quanto l’Italia sia importante per Fiat e quanto Fiat sia importante per l’Italia. Bisogna dirlo fuori dalle polemiche e fuori dalla demagogia, con orgoglio reciproco».