Metro, stop ai licenziamenti cassa integrazione «a turni»
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Scongiurati i licenziamenti alla «Metro», l`azienda di grande distribuzione della zona industriale. Dopo una trattativa protrattasi per due giorni a Milano, sede della «casa madre», azienda e sindacati hanno raggiunto un`intesa che prevede la cassa integrazione a zero ore per la durata di un anno, a rotazione tra tutti i circa 120 dipendenti. I quali, per il momento, «cadono in piedi» rispetto alla prospettiva, decisamente più drammatica, dell`avvio della mobilità per 57 addetti, quasi la metà. Le organizzazioni sindacali quindi hanno revocato le due giornate di sciopero che avevano proclamato in tutte le sedi italiane della Metro per l`altro ieri, sabato 23 novembre, e per il 21 dicembre, quest`ultima data nel pieno delle spese prenatalizie. A livello territoriale, comunque, le organizzazioni sindacali hanno ancora a disposizione un pacchetto di sciopero di 16 ore, eventualmente da gestire in caso di necessità. Spiega Barbara Neglia, segretaria della Filcams-Cgil di Terra di Bari: «La direzione aziendale, da Milano, aveva dichiarato per la sede di Bari 57 esuberi di ogni livello mansionale, con una percentuale nel solco della media nazionale. Una decisione - chiarisce la sindacalista - che non dipende da problemi finanziari, ma da una ragione strutturale collegata al programma aziendale di introdurre una nuova sezione "food", cioè riguardante il cibo, che di fatto richiede la riduzione di 3mila metri quadrati rispetto alla superficie complessiva». Insomma un parziale cambiamento di format che nell`ottica aziendale renderebbe necessaria la riduzione della forza lavoro, scongiurata al termine del lungo braccio di ferro dei giorni scorsi. «La prospettiva della mobilità, a proposito della Metro, assumerebbe connotazioni ancora più drammatiche - rimarca Neglia - se si considera che l`età media dei dipendenti della sede barese è di 50 anni. Insomma sono lavoratori difficilmente ricollocatili sul mercato». Infine: «I dettagli della rotazione della cassa integrazione saranno decisi nei prossimi giorni, a livello locale. Almeno, per un anno ai lavoratori sarà richiesto un sacrificio contenuto. Nell`accordo - conclude Neglia - è lasciata aperta la possibilità di un interpello ministeriale per capire se ci possono essere i presupposti per prolungare la cassa di un altro anno».