Riuscita l’astensione dal lavoro per il contratto. Al Valecenter ha incrociato le braccia il 90 per cento dei lavoratori Ipermercati, stop allo shopping Massiccia adesione allo sciopero del settore commercio MESTRE. Non sono riusciti tutti a far abbassare le serrande, ma l’effetto protesta generale è stato raggiunto: una buona percentuale dei lavoratori del settore commercio, distribuzione e servizi ha aderito allo sciopero nazionale della categoria, sabato scorso, un’agitazione nata per la battaglia sul rinnovo del contratto, ma non soltanto per quello. Degli oltre 300 dipendenti dell’ipermercato Carrefour di Marcon, all’interno del Valecenter, ad esempio, quasi il 90 % ha aderito allo sciopero indetto da Filcam-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, mentre anche i colleghi di altre realtà commerciali raggiungevano un buon risultato, come alla «Cadoro» di Quarto d’Altino (70 % di adesione), il «Panorama» a Marghera o la stessa «Castorama» a Marcon (quasi l’80 %). «Lo sciopero ha avuto una buona partecipazione - spiega Luciasna Lionello, rappresentante sindacale dei dipendenti Carrefour - qui il braccio di ferro a livello nazionale non riguarda soltanto il rinnovo di un contratto che è scaduto da ben 11 mesi, ma ci si gioca anche il futuro e la possibilità di negoziazione contrattuale per tutti i giovani che cercheranno un’occupazione». Distanza per ora incolmabile, dunque, con Confcommercio e le sue posizioni, definite estremamente rigide. Sul piatto non c’è soltanto la richiesta di aumento salariale di 107 euro per un lavoratore di quarto livello. «Ci sono anche l’integrazione per la malattia, l’aumento di paga per gli apprendisti, l’assistenza sanitaria integrativa - spiega Giuseppe Sforza, segretario regionale Cgil per il turismo ed il commercio - e tanti altri aspetti che vengono negati e che non garantiscono una tutela collettiva, dimostrando una volontà di arretramento pesante». Con un paradosso ormai ben visibile. «Non si lotta più per avere qualcosa - afferma Alberta Fuga, rappresentante sindacale Cgil della Carrefour - ma per non perdere quello che si ha». Ed il riferimento è uno solo: la legge Biagi. «Questa normativa - continua Luciana Lionello - accentuerà e porterà ad un aggravamento totale delle lacune del sistema: un apprendistato infinito, addirittura sei anni senza contribuzioni; la flessibilità selvaggia senza diritto di recessione, la formula che mantiene precari a vita, una soluzione che molti giovani oggi non comprendono. Senza contare che, se passerà, la legge porterà ad uno smembramento dei reparti, con la possibilità di far gestire da esterni i vari settori. Il risultato? La frammentazione e l’indebolimento completo per l’unità sindacale». La dirigenza marconese del Carrefour ha risposto allo sciopero tenendo la struttura aperta con fatica e disagi per i clienti, ma forte della non adesione di alcuni dipendenti. Ed a questo proposito, c’è lo spazio per un’ultima polemica. «Sono i lavoratori stagionali - spiega Alberta Fuga - a tempo determinato, che sperano di avere un prolungamento di contratto e non se la sentono di lottare. La realtà, triste, è che guardano all’immediato ma non si accorgono che senza questa battaglia diventeranno precari all’infinito».
(Nicola Zanetti)
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