Meo: Ecco Il Popolo Dell'hard Discount
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gioved? 24 maggio 2007
Pagina 6 - Primo Piano
Pagina a cura di Giampiero Di Santo
Il Colloquio
Meo (marketing & Trade): Ecco Il Popolo Dell'hard Discount
Prezzi in rallentamento per i prodotti del largo consumo confezionato, per i generi alimentari, e per tutti i settori del non alimentare. Eppure le famiglie sono sempre pi? prudenti dei loro acquisti, e sono molti quelli che non arrivano a fine mese. Un fenomeno ormai consolidato e oggetto di studio di sociologi e teorici del marketing, come spiega a ItaliaOggi l'amministratore delegato di Marketing & trade e sociologo dcei consumi Carlo Meo, che gi? nel 2004 aveva anticipato l'analisi del presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco, e parlato di un'Italia che spende e spande, anche al di sopra dei suoi mezzi e un'Italia che si ? trasformata nel popolo dell'hard discount. Donne, giovani senza reddito fisso, anziani, famiglie pi? o meno numerose del Sud e del Nord, ma anche immigrati che fanno lavori che gli italiani non vogliono pi? e che guadagnano poco, spesso troppo poco. ? a questo popolo, se non diseredato certamente in difficolt?, che bisognerebbe dedicare maggiore attenzione da parte del mondo politico, dice Meo. Insomma, per dirla con Rifondazione e molti altri, il cosiddetto tesoretto dovrebbe essere destinato in gran parte a favore delle famiglie in difficolt? e dei poveri.
?Dati pubblici e ufficiali sull'andamento delle vendite in supermercati e ipermercati che dimostrano la sindrome da tersa settimana non ce ne sono, ma ? certo che da anni c'? una tendenza al riusparmio e un'attenzione della grande distribuzione nei confronti di certe fasce di pubblico, anziani, extracomunitari, famiglie numerose sempre in bolletta', dice Meo. ?Quelli che in uno studio del 2004 ho chiamato i nuovi schiavi, che comprano pochissimo e quando vano al supermnercato scelgono lo spezzatino perch? rende molto pi? di altri tipi di carne'. Una categoria sociologica, ma anche vera, che negli ultimi anni non ha certo migliorato di molto la sua posizione.
?Mi sembra che le cose non siano molto cambiate negli ultimi anni e ci? purtroppo non ci deve stupire', spiega ancora Meo. ?Ormai in tutti i paesi occidentali il sistema ha due volti. C'? una parte della societ? che vive e spende molto, spesso anche al di sopra delle proprie possibilit?, mentre sull'altro fronte della barricata c'? una classe emarginata, che vive a a livello di sussistenza. Ricordo qualche tempo fa l'episodio di un pensionato pizzicato a rubare un salame in un supermercato della Coop. Si giustific? dicendo che non aveva soldi per mangiare e cos? era stato costretto a rubare'. Tra questi nuovi schiavi, Meo inserisce senza dubbio ?quelle famiglie che hanno difficolt? ad arrivare a fine mese con uno o pi? figli, che devono pagare affitto o mutuo, scuola, auto e che lavorano anche in due ma non riescono a far quadrare i conti. L'obiettivo ? quello di una vita decorosa, niente di pi?, e la frustrazione ? quella di non farcela a raggiungerla'. Cos? la spesa, ?che dovrebbe essere il momento felice, tipico di tutte le famiglie del mondo al sabato, si tramuta nell'incubo di dover sempre dire di no alle richieste dei figli e a quelle proprie per restare nel budget'.
Per queste famiglie c'? la massima attenzione ?alle promozioni, se non fanno innalzare troppo lo scontrino medio, e a quei prodotti che rendono molto in termini nutritivi rispetto al costo.
Pasta e riso per esempio, spezzatino piuttosto che fettina, con qualche sacrificio in pi? per se stessi per concedere qualcosa di pi? come variet? e qualit? ai figli. Sono i figli in effetti la chiave di lettura diversa di questo target che aggiungono anche altre voci di spesa come il materiale per la scuola, i vestiti, i giocattoli o il tempo preso in prestito o pagato per farli custodire da qualcun altro e poter lavorare', conclude Meo.
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