Mediobanca fa i conti in tasca alle Coop «Sono come una banca»
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MILANO — Le Coop? Un gigante della distribuzione che fattura circa 12 miliardi, cioè il doppio di Esselunga, Carrefour-Gs o Auchan-Sma. Ma soprattutto una grande «banca», che ha una raccolta attraverso il prestito soci pari a 11,3 miliardi, più o meno come il Banco di Sicilia o Banca Sella, il doppio di Mediolanum. E che, proprio come una grande banca, nel 2008 ha chiuso in rosso per 183,9 milioni per gli effetti della crisi finanziaria, a causa cioè di svalutazioni e minusvalenze.
L’aggregato delle nove maggiori "sorelle" con marchio Coop (che pesano per il 92% sul totale) è stato ricostruito per la prima volta da R&S-Mediobanca e riguarda il mondo della distribuzione legata alla Lega che raccoglie le associazioni dei consumatori e che rappresenta la realtà più grande. L’altra, la Conad che riunisce i dettaglianti, fattura 8,8 miliardi. Insieme sono un colosso da 21,4 miliardi, 93 mila dipendenti e 7 mila soci.
Sotto il profilo industriale le Coop (che possono ancora avvalersi di alcuni benefici fiscali benché ridotti rispetto al passato: per esempio l’aliquota sugli interessi ai soci è stata portata dal 12,5 al 20%)) hanno 957 punti vendita, contro i 135 di Esselunga, con 51 mila dipendenti contro i 18mila circa del gruppo della famiglia Caprotti. Dopo gli ammortamenti, le Coop registrano un margine dello 0,5%, pari a metà rispetto ai concorrenti big e a un decimo di Esselunga. Se si guarda invece all’utile corrente sul fatturato però le Coop hanno realizzato fino al 2007 risultati migliori rispetto agli altri gruppi, eccetto Caprotti. Come? Grazie alla gestione finanziaria, che ha sempre chiuso in modo positivo grazie ai proventi dell’investimento del prestito sociale. Tranne che nel 2008: l’aggregato ha iscritto nei propri conti svalutazioni su titoli per 106 milioni e perdite su azioni per 239 milioni (in capo alla Coop Nordest). Altri 417 milioni di svalutazioni derivano poi da partecipazioni come in Montepaschi. La «banca» Coop ha in portafoglio il 57% di Holmo (che attraverso Finsoe controlla Unipol), il 3,6% di Mps, l’1,7% di Banca Carige, l’1,3% di Unipol. Forse la famosa frase «Abbiamo una banca» non si riferiva a Bnl. Ma alle Coop.