12/9/2003 ore: 11:54

Maroni, rischio blitz sulle pensioni

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ItaliaOggi (Economia e Politica)
Numero
216, pag. 5 del 12/9/2003
di Stefano Sansonetti




Il ministro del welfare lancia l'allarme: è necessario far confluire l'intesa in un atto normativo.

Maroni, rischio blitz sulle pensioni

La Cgil: il governo sbaglia, la vecchia riforma sta funzionando

Subito un emendamento alla legge delega per tradurre in norma l'intesa raggiunta sulle pensioni dalla maggioranza. Altrimenti c'è il rischio che il governo faccia un blitz per provare a tagliare le pensioni. È questo l'allarme che ieri è stato lanciato dal ministro del welfare, Roberto Maroni, che ha posto l'accento sulla necessità di far confluire l'accordo in un atto normativo, non prima di aver consultato le parti sociali sul contenuto dell'intesa. Ricevendo una secca bocciatura da parte della Cgil, che per bocca del segretario generale, Guglielmo Epifani, chiede di togliere direttamente di mezzo la delega previdenziale. Secondo Maroni la strada da seguire consiste nel portare nel consiglio dei ministri che si tiene oggi un emendamento alla delega sulle pensioni che metta nero su bianco l'accordo recentemente raggiunto dai vertici della casa delle libertà sulla materia previdenziale.

Un'intesa che prevede due tempi d'attuazione per la riforma: un intervento soft immediato che concede l'utilizzo di super incentivi per favorire la permanenza al lavoro degli over 57, con esclusione di qualsiasi forma di disincentivo; e un successivo cambiamento strutturale da apportare alla riforma Dini, operativo soltanto a partire dal 2008.

- Chiusura totale, sulla riforma in generale e sulle proposte di dialogo avanzate da Maroni, da parte della Cgil. Il segretario generale, Guglielmo Epifani, intervenendo a un'assemblea dei quadri e dei delegati della Brianza, a Monza, ha ribadito il suo no secco a qualsiasi manovra sulla previdenza e ha addirittura chiesto al governo di togliere di mezzo anche la delega all'esame del parlamento. ´Il governo sta sbagliando. La riforma che abbiamo fatto ormai otto anni fa mantiene sostanzialmente i conti in equilibrio. Non c'era e non c'è nessun bisogno, non solo di intervenire', ha spiegato Epifani, ´ma di gettare il paese nel panico. Se giorno dopo giorno si minacciano interventi sull'età di pensionamento, i lavoratori non vivono con tranquillità le proprie scelte'. Più morbido, invece, l'atteggiamento della Uil, che apprezza la preferenza accordata da Maroni al dialogo rispetto a decisioni unilaterali. ´Prima che si giunga alla predisposizione di un testo definito e definitivo è necessario che si sentano le parti sociali', ha dichiarato il vicesegretario Uil, Adriano Musi. ´Se si conviene poi che lo stato sociale e la previdenza in particolare sono materie su cui occorre discutere senza l'obiettivo di far cassa', ha concluso il sindacalista, ´è del tutto evidente che questa discussione debba avvenire al di fuori della sessione di bilancio'.

La Cisl, dal canto suo, chiede di separare la discussione sulla legge finanziaria dalla riforma previdenziale. ´Sarebbe meglio rimandare a dopo la Finanziaria il confronto sulle pensioni', sostiene Baretta, ´così almeno non si corre il rischio di confondere i due temi. In ogni caso per la Cisl pensioni e legge finanziaria sono due argomenti che vanno affrontati separatamente. E visto che la Finanziaria serve a far cassa, e dunque non si può spostare, si potrebbe affrontare successivamente, in un confronto specifico, il tema delle pensioni'. Sulla stessa lunghezza d'onda si pone l'Ugl, che per bocca del vicesegretario, Renata Polverini, esprime anche apprezzamento per l'apertura al dialogo mostrata da Maroni.

- Rilancio dello sviluppo, nuova politica dei redditi e riforma degli ammortizzatori sociali. Sono queste le priorità su cui il governo dovrebbe intervenire secondo la Cida (Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità), che pur riconosce l'importanza della riforma previdenziale.

- Nasce l'associazione dei fondi pensione negoziale. Si tratta dell'iniziativa a cui hanno dato vita Confindustria, Cgil, Cisl e Uil con l'obiettivo di fare del nuovo organismo un punto di aggregazione e rappresentanza degli interessi dei fondi pensione negoziali. Con la speranza che si possa affermare una previdenza complementare efficiente.

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