28/11/2001 ore: 9:37

Maroni: intesa ancora possibile

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Il Sole 24 ORE.com


    Per Tremonti reazione ragionevole - Alemanno: trattiamo senza strappi sulle pensioni

    Maroni: intesa ancora possibile
    Lina Palmerini
    ROMA - Aperti al dialogo e a proposte alternative. Il Governo conferma la disponibilità a negoziare sull'articolo 18 cercando di riaprire un canale di sintonia soprattutto con Cisl e Uil. «Sono rammaricato per la decisione sullo sciopero ma lo spazio temporale per discutere c'è - ha detto il ministro del Welfare, Roberto Maroni - e se si vuole, si può trovare l'accordo. Confido che la parte ragionevole del sindacato non ceda alla pressione dell'altra parte per rompere la trattativa e si metta seriamente a lavorare con il Governo sui temi del mercato del lavoro e delle pensioni». In pratica l'Esecutivo offre a sindacati e imprese un arco di tempo, fino a febbraio, per arrivare a un accordo sulla riforma dell'articolo 18 impegnandosi a trasformarlo in emendamento governativo da presentare al collegato. L'orizzonte a cui guarda il Governo è marzo, quando ci sarà il vertice europeo a Barcellona: in qu est'occasione si vuole arrivare con in tasca l'approvazione, almeno da parte del Senato, del collegato con le misure di riforma sul mercato del lavoro da "esibire" alla comunità. Nessun commento sullo sciopero è arrivato dal premier che dall'estero non parla di «fatti interni» mentre per Tremonti si tratta di «normale dialettica, la trattativa continua». Ma ieri si è registrato un riposizionamento della coalizione sulla linea di Maroni e Berlusconi. Sia i centristi che la destra sociale di An hanno ammorbidito i dissensi espressi sull'articolo 18 giudicando le aperture del Governo ragionevoli. «Non si tratta di un provvedimento di macelleria sociale - ha detto il ministro di An Gianni Alemanno, esponente di spicco della destra sociale - e quindi giudico la reazione del sindacato esagerata. Resta ferma la mia contrarietà politica, non tecnica, su questo provvedimento ma c'è tempo e modo per negoziare. Ora è importante andare cauti sulla previdenza e non fare fughe in avanti spiazzando i sindacati». Insomma, ora il "fronte" dentro la coalizione si sposta sulla trattativa per la riforma previdenziale. Il pressing dei centristi e della destra sociale continua, quindi, ma al tavolo delle pensioni per frenare le spinte più liberali nel Governo. Anche perché qualche insoddisfazione dentro An resta. Francesco Storace e Alessandra Mussolini hanno ribadito il loro dissenso all'articolo 18 mentre tutto il resto del partito ha fatto quadrato sul vicepremier Gianfranco Fini: «L'intervento del Governo - ha detto - non è tale da scatenare conflitti epocali. E poi non siamo di fronte a una grande rottura con il sindacato, qualcuno ha voluto drammatizzare ma si è verificato solo un raffreddamento dei rapporti, non uno scontro». È anche vero che Alleanza nazionale sta trovando spazi nel Governo per far passare la proposta sulla partecipazione dei lavoratori. Anche qui, l'Esecutivo ha invitato le parti a produrre un avviso comune da recepire nel Collegato lavoro mettendoci su una dote di incentivazione fiscale e contributiva. Un tassello giudicato importante anche dall'area centrista. «È una delle strade che vogliamo percorrere», dice Carlo Giovanardi, ministro per i Rapporti con il Parlamento del Ccd che dopo le prudenze dei giorni scorsi sull'articolo 18 ieri invece ha ritrovato una sintonia con il Governo. «Maroni - ha detto il ministro - è sulla linea del dialogo e le misure non mi sembrano traumatiche, si tratta solo di sperimentazioni limitate. Un provvedimento ben diverso dal referendum dei radicali che chiedeva un'abrogazione totale dell'articolo 18 su cui eravamo contrari». Il dialogo, la trattativa sono strade suggerite non solo dal centro della maggioranza ma anche da quello dell'opposizione. «Bisogna trovare delle soluzioni attraverso il dialogo - dice l'ex ministro Tiziano Treu, esponente della Margherita - anche se il Governo ha fatto molti pasticci usando due pesi e due misure su lavoro e su pensioni. Detto questo la Cgil non tirerà la Margherita in piazza». Per Treu, firmatario di una proposta di legge sull'arbitrato «se la Cgil prosegue con un atteggiamento pregiudiziale rischia una nuova San Valentino mentre sia Cisl che Uil hanno cercato di sminuire l'effetto da sciopero generale che infatti tale non è. Mi auguro quindi - ha concluso - che si possa ancora dialogare».
    Mercoledí 28 Novembre 2001
 

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