14/1/2002 ore: 11:21

Maroni: Cofferati è l´alter ego di Borrelli

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La Stampa web



(Del 14/1/2002 Sezione: Economia Pag. 7)
Maroni: Cofferati è l´alter ego di Borrelli
Nuovo attacco alla Cgil. Oggi via agli scioperi



ROMA

Muro contro muro, governo contro sindacati su lavoro e pensioni. Mentre Cgil, Cisl e Uil si ricompattano a Palermo contro le «provocazioni» delle deleghe, il ministro Maroni risponde con un altro attacco. Mira ancora su Cofferati, che ha rievocato la minaccia dello sciopero generale. Al congresso milanese della Lega è esplicito: «A me e al governo - attacca - dell'accordo con una persona come Cofferati, che qualunque cosa si faccia dirà che non va bene, non interessa nulla». Secondo obiettivo, l´occupazione degli extracomunitari: «Fino a che non sarà approvata la nuova legge sull'immigrazione - spiega - non proporrò l'ingresso nel nostro Paese di un solo extracomunitario. I nostri amici imprenditori e i nostri nemici della sinistra che chiedono nuovi ingressi dovrebbero spiegarci come mai, se ci sono così tante richieste, nelle liste del collocamento sono iscritti 220 mila extracomunitari». Il bersaglio principale resta ancora il segretario generale della Cgil, paragonato al procuratore generale di Milano Francesco Saverio Borrelli: «Cofferati mi pare, nel campo sindacale, l´alter ego di Borrelli - afferma testualmente in un´intervista - Cofferati fa affermazioni e prende posizioni con il solo scopo di far cadere il governo. Il suo è un conflitto politico nei confronti del governo». Nessuna intenzione di rivedere le posizioni, anche se il fronte sindacale è compatto, deciso a difendere fino in fondo le sue funzioni di rappresentanza ed a far scattare l´escalation degli scioperi: le scelte sono fatte e i margini per la trattativa sono chiusi, senza possibilità di mediazione, senza concessioni a chi vorrebbe «una forma di discussione permanente per impedire al governo di prendere decisioni». «Su pensioni e lavoro - torna a ripetere Maroni - non c'è possibilità per la riapertura di un confronto. Il governo ha deciso, l'iter si è concluso, abbiamo discusso per tre mesi dopodiché abbiamo preso una decisione. Ora la parola è al Parlamento». Cofferati, aggiunge il ministro «faccia quello che ritiene», il solo augurio è non di convincere il sindacalista «ma che lui dica la verità ai suoi lavoratori». L´accusa, in questo caso, è rivolta più in generale a chi è andato nelle fabbriche a spiegare dal suo punto di vista la strategia del governo: «Cofferati non dica le falsità che alcuni sindacalisti hanno detto alcune settimane fa nelle assemblee. È falso dire che mettiamo a repentaglio le pensioni di anzianità, così come è falso dire che chi ha un lavoro a tempo indeterminato rischia il licenziamento». Gioco scorretto, accusa il ministro, disposto a discutere «da domani» su tutto: riforma degli enti previdenziali, patronati, ammortizzatori sociali, ma soltanto con «interlocutori che lottano con correttezza, non con chi dice il falso, non con chi gioca con carte truccate». In questo clima, le deleghe al governo su pensioni e mercato del lavoro arriveranno in settimana al Parlamento. Se ne occuperanno le Commissioni. La prima ad entrare in argomento sarà quella del Lavoro al Senato (alla Camera andranno le pensioni), ha convocato tutte le parti sociali per giovedì e venerdì: comincerà ad affrontare la revisione dell´articolo 18 e la proposta di mediazione avanzata da An (sanzioni economiche pesanti a carico degli imprenditori che licenzino senza giusta causa). Dall´opposizione, Margherita e Ds hanno già messo i loro paletti. Per l´ex ministro del Lavoro Tiziano Treu, la mediazione non può funzionare perché nel clima di chiusura assoluta da parte del governo «la proposta è inaccettabile: se continua così anche noi che ci consideriamo colombe dovremo lasciare il passo ai falchi». Altra bocciatura da Luigi Villani, ex sottosegretario Ds: «Non è monetizzando un problema che si fa una mediazione». E oggi partono i primi scioperi dell´anno: finita la tregua, le agitazioni di settore si intrecciano con la protesta articolata per regioni, contro le deleghe al governo. Le ripercussioni sui servizi, in particolare su trasporti (gli aerei si bloccheranno venerdì), banche e Poste, saranno pesanti. In alcune regioni, poi, la protesta potrebbe durare sei ore invece delle quattro proclamate per tutti i lavoratori. Questo il calendario delle agitazioni. Gli scioperi regionali comprendono tutte le categorie (ma non il pubblico impiego e i trasporti), compresi i bancari: lunedì 14, Puglia (escluse le Poste); venerdì 18, trasporto aereo (otto ore di blocco, la Commissione di garanzia ha chiesto la riduzione a 4); venerdì 25, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Calabria, Sardegna; lunedì 28, Poste della Puglia; martedì 29, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Basilicata, Campania. mercoledì 30, dalle 10 alle 14 tutto il trasporto, escluso quello locale; giovedì 31, Lazio e Umbria; venerdì 1° febbraio, Trentino Alto Adige, Liguria, Veneto, Molise, Sicilia.
Bruno Gianotti

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