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Marini: «Il surplus tocca alle famiglie»

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    lunedì 19 marzo 2007

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    “Il surplus tocca alle famiglie”
      Il presidente del Senato guida la carica. Altolà a Padoa-Schioppa: le imprese dopo

      PAOLO BARONI
      INVIATO A CERNOBBIO (CO)

      «Il taglio delle tasse deve riguardare anche le famiglie e i cittadini» dice Franco Marini. «Occorre dare soldi prima a lavoratori e pensioni e poi alle imprese» insiste il leader della Cisl Raffaele Bonanni, che boccia l’idea di distribuire risorse «in modo indistinto e a pioggia alle imprese: è già accaduto in passato e i risultati non si sono visti». Dopo l’intervento di sabato del ministro dell’Economia nell’ultimo giorno del forum Confcommercio-Ambrosetti di Cernobbio tiene ancora banco la questione del surplus fiscale: gli 8-10 miliardi di euro frutto della lotta all’evasione che secondo Padoa-Schioppa dovrebbero servire a ridurre il deficit e poi ad alleggerire il carico sulle imprese.

      Il presidente del Senato, appena sbarcato a Villa d’Este, prende la questione di petto: la riduzione della pressione fiscale che grava sulle famiglie italiane «non può essere rinviata ad un tempo più lungo. Bisogna fare di più per le imprese, ma anche fare di più anche sul piano della riduzione della imposizione fiscale». E le due cose «devono andare insieme». Il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli, che venerdì aveva proposto di ridurre le aliquote di un punto all’anno per tre anni, apprezza («Marini ha fatto una grande apertura»), e quindi torna a chiedere un «intervento immediato, per rilanciare i consumi». Sono molti i punti di contatto tra lui e Bonanni, che a sua volta continua a tenere alto il livello della polemica. «Non capiamo perché i politici-economisti continuino a pestare l’acqua in un mortaio - sostiene il segretario della Cisl -. Spero che Padoa-Schioppa abbia in mente di considerare due possibilità e non una sola. L’80% degli italiani guadagna meno di 35 mila euro e sono persone che hanno risentito in questi anni dell’aumento dei prezzi e delle tariffe. È importante che un imprenditore come Sangalli dica che i soldi debbano andare anche alle famiglie».

      Sia la Cisl che la Confcommercio concordano sulla necessità di stipulare un «patto» per rafforzare crescita e produttività. Al quale ora Bonanni vuole aggiungere un nuovo capitolo, per mettere «nero su bianco che ogni punto recuperato all’evasione fiscale vada alla riduzione delle tasse e al sociale». E le imprese? Per loro si possano anche prevedere «incentivi fiscali forti», ma solo per favorire intese a livello aziendale. Idea che piace anche al diessino Enrico Morando, presidente della Commissione Bilancio del Senato: «La proposta di defiscalizzare quote di salario provenienti dalla contrattazione decentrata per aiutare sia le imprese sia i lavoratori è giusta. Su questo terreno governo e sindacati possono arrivare ad una soluzione».

      Dai discorsi di Cernobbio, come da tutte le altre reazioni politiche della giornata, si capisce che di qui a quando il «tesoretto» sarà effettivamente spendibile (giugno o forse settembre), l’elenco delle richieste è destinato ad allungarsi all’infinito. Il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, ad esempio, chiede incentivi contro gli sprechi energetici. Il Guardasigilli Clemente Mastella vuole «privilegiare le famiglie, soprattutto quelle in cui vi sono portatori di handicap o anziani e pensionati». Morando, invece, con un occhio rivolto alla Lega suggerisce di usare il surplus «per realizzare il federalismo fiscale». Sbotta il Radicale Daniele Capezzone: «Peggio delle tasse, c’è solo l’incertezza sulle tasse». Caustico l’ex ministro del Lavoro Roberto Maroni: «Padoa-Schioppa parla con lingua biforcuta o dice la verità?».

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