Marchionne, dalla Russia con amore: «Collaboro con Scajola»
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L’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne continua ad allargare gli accordi internazionali per il suo gruppo e abbassa i toni nei confronti del ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola, promettendo con una lettera pubblicamassima disponibilità per una soluzione alternativa per Termini Imerese.
Ieri Marchionne ha firmato a Nabiriezhni Cielni, nella Repubblica del Tatarstan (mille chilometri ad est diMosca) una lettera d'intenti per la creazione di una joint venture con la società russa Sollers (gruppo Severstal), alla presenza di Vladimir Putin. L’accordo proietta il gruppo Fiat-Chrysler quale futuro secondo produttore di automobili in Russia, dopo Avtovaz partecipata al 25% da Renault-Nissan. Per Gianni Rinaldini, segretario della Fiom, «la nuova alleanza dopo la Serbia evidenzia che Fiat ha un piano complessivo che rende sempre piùmarginale la produzione in Italia». ««Tutte le intese internazionali, di fronte alla riorganizzazione in corso, sono utili, ma ora è necessario capire cosa Fiat vuole fare in Italia», commenta ancora Giorgio Airaudo, segretario provinciale della Fiom torinese. «Va bene che la Fiat cresca nel mondo - aggiunge -ma questo non può significare scivolare via dall'Italia. Il governo anzichè perdere tempo sugli incentivi dovrebbe impegnarsi a far sì che Fiat investa in Italia».
Obiettivo della joint venture (paritetica) è l'assemblaggio della Fiat Linea e la produzione entro il 2016 di 500 mila veicoli l'anno con nove nuovimodelli della Fiat e della Chrysler, di cui almeno il 10% sarà destinato all'esportazione. «Un punto di svolta nella presenza della Fiat e della Chrysler nel mercato russo», ha detto Marchionne, «una delle più grandi alleanze siglate dal nostro gruppo, in uno dei mercati a più alto potenziale». Benché l’anno scorso il mercato russo si sia dimezzato, Fiat come altri costruttori puntano su una ripresa dell’area, ancora a bassa densità automobilistica. «Questa partnership - ha proseguito Marchionne - si inserisce nella strategia di rafforzamento internazionale di Fiat e Chrysler e ci permetterà, allo stesso tempo, di valorizzare il know-how delle nostre aziende, espandere la nostra presenza geografica, aumentare l'offerta di prodotti e contenere i costi».
Per bilanciare l’annuncio russo ( anticipato nei dettagli daMosca l’altroieri), Marchionne ha scritto la lettera a Scajola in cui si legge di «totale disponibilità» a lavorare su Termini Imerese, «come già sta avvenendo nel Gruppo di lavoro in corso al Ministero per valutare, nel rispetto dei reciproci ruoli, il tipo di supporto che il Gruppo Fiat può dare in relazione alle diverse iniziative che verranno presentate al tavolo». Nei giorni scorsi, Scajola aveva
ringraziato per la collaborazione soltanto il presidente della Fiat Luca Cordero diMontezemolo: la lettera dovrebbe rimettere diplomaticamente le cose al suo posto. Il ministro infatti apprezza «l'impegno di Fiat ribadito nella lettera del dottor Marchionne » e ricorda che «il Gruppo di Lavoro del Ministero, coadiuvato dall'advisor Invitalia, sta esaminando in stretta collaborazione con la Regione Siciliana la decina di manifestazioni di interesse già pervenute ed è pronto ad accoglierne di nuove».