Manovra, dopo i medici protestano i vigili del fuoco
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Una cosa va riconosciuta alla manovra dell’esecutivo Belusconi: è altamente democratica. Nel senso che, con i suoi tagli a pioggia e una logica ancora tutta da scoprire, non lesina lo scontento per alcuna categoria di lavoratori. E così ieri è andato in scena lo sciopero dei medici, mentre oggi fermarsi saranno i vigili del fuoco, in questo caso con una modalità purtroppo sempre più difficile a verificarsi, ovvero con le tre sigle confederali nazionali che protestano insieme. I camici bianchi della sanità si sono fermati per ventiquattro ore a livello nazionale, dando vita a una manifestazione a piazza Montecitorio, con esposizione di striscioni e sottofondo delle “vuvuzelas”. A protestare medici, veterinari e amministrativi del sistema sanitario nazionale, tutti contro i tagli previsti dalla manovra che proprio ieri ha iniziato il suo cammino alla Camera dopo l’approvazione al Senato. «L'adesione allo sciopero è del 75% - ha dichiarato Massimo Cozza, Cgil Medici -. I margini di trattativa esistono e chiediamo innanzitutto al ministro Fazio di mettere nero su bianco, e quindi di ufficializzarla, la sua interpretazione sul blocco del turn over che esclude la sanità, e lo stesso per quel che riguarda i precari. Mi auguro prevalga il buon senso».Un altro punto cruciale della protesta, ha aggiunto Cozza, «è il fatto che si consenta di allungare le mani della politica sulla sanità. Così i direttori generali delle Asl nominati, appunto, dalla politica potranno rimuovere i medici dal loro incarico. È una manovra che penalizza i cittadini che vedranno ridotti i servizi, allungate le liste d'attesa e Pronto Soccorsi sempre più affollati. Noi comunque continueremo le nostre azioni dopo l'estate». Per i sindacati le misure contenute nella manovra rischiano di comportare la perdita di trentamila medici in soli 4 anni, tra precari licenziati e personale che andrà in pensione senza essere sostituito. ANCORA UNA PROTESTA Oggi, come detto, tocca ai vigili del fuoco aderenti alle organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil. «Protestiamo insieme - spiega Michele D’Ambrogio, Cgil VVF - contro i tagli della manovra ma anche per il blocco dei fondi, previsti nella finanziaria del governo Prodi, che consentirebbero il rinnovo del contratto scaduto ormai da 30 mesi». Si tratta di 30 milioni di euro a carico delle società che gestiscono gli aeroporti (0,50 centesimi per ogni passeggero in transito), per ora bloccati dopo il ricorso presentato dalle stesse società.