Lsu occupano le scuole, bambini rimandati a casa
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L’assessore Rispoli: la loro è una lotta giusta
NAPOLI— I «lavoratori socialmente utili» , meglio noti con la sigla di Lsu, hanno occupato ieri un gran numero di scuole napoletane, fra scuole elementari, medie e superiori, impedendo ai ragazzi di entrare per frequentare le lezioni. Polizia e carabinieri sono stati impegnati tutta la mattinata per tenere sotto controllo la situazione che, anche non essendo mai sfociata in episodi di aggressività, ha causato grandi disagi per le famiglie degli studenti oltre che per gli studenti stessi. In particolare, i problemi più evidenti si sono verificati davanti alle scuole elementari medie. Molti bambini vanno scuola non accompagnati dai propri genitori, ma servendosi dei servizi di scuolabus pubblici e privati. I genitori dei più piccoli hanno vissuto momenti di grande apprensione quando hanno saputo che i propri figli sostavano all’esterno degli istituti scolastici senza la possibilità di entrare. «Per fortuna abbiamo accompagnato nostra figlia a scuola con l’auto — spiega il padre di una bambina che frequenta l’elementare Cinquegrana, collegata alla Nevio di via Caravaggio — La protesta è rientrata nel plesso che ospita le elementari quando i dirigenti scolastici sono stati informati del fatto che molti bambini, non accompagnati dai genitori, non sapevano dove andare. La parte che ospita le superiori, invece, è rimasta occupata» . La protesta inaspettata degli Lsu appartenenti alla società Sogea, che hanno occupato almeno una ventina di scuole fra Posillipo, Vomero, Fuorigrotta, Ponticelli, Scampia, San Giorgio a Cremano, ha sollevato oggettivamente una serie di criticità. L’iniziativa ha ostacolato anche lo svolgimento dei test Invalsi, programmati per la giornata di ieri nelle scuole medie. Tutto nasce dalla scadenza imminente dei contratti stipulati con le cooperative di Lsu, prevista per il 30 giugno, dopo la quale — sostengono le cooperative — non è previsto alcun rinnovo contrattuale. L’assessore all’Istruzione del Comune di Napoli, Gioia Rispoli, prende le difese degli Lsu sottolineando la situazione di grosso disagio vissuta dai lavoratori. «Sono molto preoccupata— dice la Rispoli— si tratta di persone che hanno lavorato nelle nostre scuole e in quelle di tutta la provincia per lungo tempo, pagate fra l’altro con cifre veramente bassissime, senza le quali sarebbe impossibile tenere le scuole aperte. Speriamo che la questione si risolva rapidamente, e che queste persone mantengano il proprio lavoro già così mal pagato» . In merito alle modalità con cui è stata portata avanti la protesta, l’assessore commenta: «La disperazione porta a compiere gesti errati. Quando non si è ascoltati, spesso si agisce con impulsività» . L’iniziativa degli Lsu è nata dopo l’incontro tenutosi due giorni fa al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, durante il quale c’è stato un primo confronto sulle tematiche care ai lavoratori socialmente utili. La prossima riunione è fissata per il 18 maggio alle 10,30. Molte, fra le scuole occupate, sono state liberate già a poche ore dall’inizio della protesta. Non vi è alcuna certezza, comunque, sul fatto che la protesta non venga ripetuta oggi o nei prossimi giorni. Il malcontento, ad ogni modo, non è soltanto quello degli Lsu, ma anche quello dei genitori che non possono portare i propri figli a scuola. «La protesta va avanti a tempo indeterminato — spiega Luigi Riccardi, delegato Cgil ‘ Appalti Storici’ — anche nelle scuole dove sono allestiti i seggi elettorali. Vogliamo che la classe politica ci dia ascolto» . Sono a rischio, dunque, anche le operazioni di voto.