21/5/2001 ore: 12:55

Lombardia: Lavoro nero, «sommersa» un'azienda su due

Contenuti associati

Corriere della Sera Cronaca di Milano


il numero in edicola
Nel Duemila gli ispettori hanno scoperto quasi 40 mila dipendenti irregolari in Lombardia
Lavoro nero, «sommersa» un'azienda su due

I più «fuorilegge» risultano gli immigrati e gli operai che figurano come artigiani

      MILANO - C’è il garzone di bottega: 15 anni e un diploma di terza media appena incorniciato. C’è il muratore: adulto, almeno quanto a muscoli, spesso immigrato clandestino, qualche volta pensionato. E c’è anche lo pseudo-artigiano: una laurea e una partita Iva nel cassetto, ma dipendente a tutti gli effetti. Tre professioni, tre lavoratori diversi. Tutti però accomunati dal fatto di abitare nella stessa città. Una città sommersa grande quanto Gorizia: la città del lavoro nero. Sono quasi 39 mila i dipendenti non in regola portati allo scoperto dai controlli effettuati lo scorso anno dagli ispettori degli istituti previdenziali. Praticamente più di un’azienda su due è risultata «fuorilegge»: 13.778 su 23.907 ditte visitate; oltre 3 mila in più rispetto a quelle sanzionate nel 1997. «Queste cifre non riflettono l’intero mondo del lavoro in Lombardia: abbiamo concentrato l’attenzione sulle aziende più a rischio - dice il segretario regionale della Uil, Serafino Appugliese -. Il fenomeno è comunque grave e in crescita. In aumento di pochi punti, ma preoccupante, perché dove c’è lavoro nero ci sono infortuni». Proprio ieri è stata celebrata la giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro: 50 dall’inizio dell’anno in Lombardia, 39 mila gli infortuni.
      Sul fronte dei contributi, oltre 430 milioni sono stati recuperati dagli ispettori, 100 in più rispetto a quattro anni prima: 207 evasi, 226 versati in ritardo. «Dal punto di vista pensionistico sono dolori - continua Appugliese -. Sia per le casse degli enti previdenziali, sia per i lavoratori che non potranno contare su un’adeguata pensione. Per non parlare della libera concorrenza violata».
      Il maggior numero di irregolarità è concentrato nel settore del commercio: 4.580 su 7.611 (60%). Seguono a pari merito industria (4.510 su 8.113, 56%) e agricoltura (168 su 299, 56%). E quindi l’artigianato (50%): un terzo delle aziende non in regola appartiene però al settore edile. I lavoratori più «sommersi» sono invece gli stranieri, in tutto 1.836: erano 1.340 nel ’97, ma addirittura tre volte meno lo scorso anno. Ci sono poi gli pseudo-artigiani,: in quattro anni sono passati da 571 a 1.406. In netto calo rispetto allo scorso anno (da 435 a 188), ma più numerosi rispetto al ’97 (erano 137), sono i minorenni, che anche se di poche unità superano i pensionati. Nella classifica delle aziende irregolari in Lombardia è Milano a guadagnarsi la maglia nera: il 70 per cento delle imprese visitate è risultato «fuorilegge», con il settore del commercio in testa. Seguono Bergamo (66%), Como (62%) e Pavia (57%). La provincia più in regola è risultata Brescia (46%), che supera per due punti Sondrio (48%).
Alessandra Mangiarotti


Cronaca di Milano



© Corriere della Sera

Close menu