23/3/2010 ore: 10:17

Liberalizzazione delle licenze La protesta degli ambulanti

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Parte da Torino la rivolta degli ambulanti contro la liberalizzazione delle licenze che rischia di portare i grandi gruppi della distribuzione organizzata nei mercati. «Carrefour o Lidl potrebbero presto aprire un banchetto con il loro marchio e chi ha dedicato una vita a questo mestiere rischia di non trovarsi più nulla», spiegano gli ambulanti torinesi che hanno costituito pochi giorni fa il primo comitato italiano «Stop alla Bolkestein». La Bolkestein è la direttiva europea, che il consiglio dei ministri ha approvato venerdì scorso, in base alla quale anche le società di capitali potranno d’ora in poi partecipare alle gare per la concessione degli spazi nelle piazze, finora riservati alle ditte individuali e familiari. E, per avere la licenza, basterà presentare una migliore offerta economica. A Torino, una delle città italiane con più mercati rionali (44 ai quali bisogna aggiungere Porta Palazzo) e 6.500 licenze, la preoccupazione è grande. Oggi ci sarà la serrata dei banchetti e gli ambulanti manifesteranno in piazza Castello. Una delegazione chiederà di incontrare i vertici di Confesercenti e Confcommercio, Marco Venturi e Carlo Sangalli, a Torino per un convegno su commercio e crisi. «Temiamo che i grandi gruppi facciano man bassa delle autorizzazioni », dice Nino Cannatà, coordinatore del mercato della Crocetta di Torino. «In Italia - spiega Davide Pinto dell’Anva-Confesercenti – sono 180mila le ditte a rischio che occupano 4.480.000 mq e danno lavoro a oltre 400mila persone in modo diretto e ad altre 100mila dell’indotto. C'è molta paura e la voglia di dare un segnale». Per questo gli ambulanti torinesi hanno ricevuto messaggi di solidarietà da tutte le province piemontesi e da molte regioni italiane, come Liguria, Emilia e Valle d'Aosta La Fiva Confcommercio ha preso le distanze dalla protesta sostenendo che il governo ha già accolto le modifiche proposte e salvando quindi i mercati. Sono dunque fatti salvi i diritti acquisiti nei rinnovi delle concessioni, che restano decennali.

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