Legge immigrati, corsa a ostacoli

Extracomunitari & lavoro - Rischio di scontro nella maggioranza sull'anagrafe tributaria per i redditi Legge immigrati, corsa a ostacoli Solo due giorni fa l'intesa nel Governo su colf e badanti - Il 6 maggio inizia il confronto alla Camera
Barbara Fiammeri
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ROMA - Sono destinate fatalmente a confliggere le due componenti della maggioranza più lontane tra di loro sul tema immigrazione, ossia Lega e centristi. Il vertice di mercoledì a Palazzo Chigi presieduto dal vicepresidente Gianfranco Fini è riuscito a trovare un compromesso sulle cosiddette badanti e sui costi della sanatoria. Ma non è difficile prevedere altri elementi di scontro a cominciare dalla proposta avanzata dal responsabile immigrazione di An, Gianpaolo Landi di Chiavenna, di istituire un'anagrafe tributaria per monitorare i redditi leciti (e illeciti) degli extracomunitari. Si prepara quindi un approdo tutt'altro che sereno per il provvedimento che riprenderà il suo iter lunedì 6 maggio alla Camera in commissione Affari costituzionali per poi approdare in aula il 13 maggio. Il nodo delle badanti che sembrava bloccare il provvedimento fino a qualche giorno fa è stato superato. Lega e Forza Italia nel vertice di maggioranza hanno deciso di recedere dall'introduzione di misure più restrittive ed è stato quindi accolto il testo già votato al Senato. Confermato, quindi, il numero di una colf per famiglia mentre non è previsto alcun limite per le badanti (ipotesi contro cui inizialmente si era schierata la Lega). Tuttavia, è previsto l'obbligo di certificazione medica di chi chiede la regolarizzazione che dovrà di fatto attestare la necessità dell'assistenza domiciliare. Non è escluso, peraltro, che ad usufruire della sanatoria possano essere non solo le famiglie. Gianpaolo Landi di Chiavenna, responsabile immigrazione di An, ha detto che «da parte dei ministri ci sarà un'ulteriore riflessione sull'opportunità di estendere la regolarizzazione delle badanti anche a istituti di riposo per anziani convenzionati con le regioni, nelle situazioni locali di effettiva necessità». Anche i costi della regolarizzazione non verranno modificati. Pertanto, il datore di lavoro che vuole regolarizzazione il lavoratore extracomunitario in nero dovrà versare una somma pari ad un trimestre di contributi come una tantum a copertura del pregresso non pagato. Secondo i dati comunicati al Governo dall'Inps le regolarizzazioni si aggireranno tra le 50mila e le 80mila unità. Nessun ampliamento, invece, sul fronte dei ricongiungimenti familiari. Restano i limiti già fissati dalla maggioranza al Senato. Mentre per i minori non accompagnati il Governo presenterà un emendamento che consente a quelli entrati in Italia prima dei 14 anni di non essere espulsi al compimento del diciottesimo anno di età, purché nel periodo di permanenza in Italia abbiano seguito dei corsi di formazione triennali che ne garantiscano l'inserimento sociale e lavorativo. Sulla procedura per l'asilo si prevede il ricorso contro la decisione della Commissione territoriale davanti alla stessa Commissione integrata, con sospensione dell'espulsione fino alla nuova decisione. Sabato 27 Aprile 2002
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