Legacoop per la continuità Deroga allo Statuto per il terzo mandato a Poletti
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Tremonti non si fa vedere nella seconda giornata del congresso. Dal podio Camusso chiede unità al sindacato. Bordate al governo da Casini e don Ciotti. Oggi giornata conclusiva: riconferma sicura per l`attuale presidente.
Giulio Tremonti non si è fatto vedere. All`assemblea di Legacoop forse il minsitro avrebbe avuto qualche difficoltà ad affrontare la platea. Dalle prime ore della giornata dal podio sono partite bordate contro il governo e i suoi ministri, in difesa del «nemico» Gianfranco Fini («svolge il suo ruolo di presidente della Camera con equlibrio e imparzialità nonostante in Aula ci siano discussioni molto animate», ha detto Pier Ferdinando Casini), contro le «politiche sociali» cancellate dalla politica (don Ciotti). Tremonti ha preferito tenersi alla larga, complice un consiglio dei ministri assolutamente di secondo piano, e il voto in Aula sulla giustizia, dove il ministro non avrebbe mai potuto mancare, dopo i sospetti di «fuoco amico» contro il premier serpeggiati nell`affaire Geronzi.
Così la seconda giornata del congresso dei cooperatori si è concentrata sul dibattito sindacale, prima Susanna Camusso poi Luigi Angeletti. Oggi la giornata conclusiva, che vedrà la riconferma di Giuliano poletti per il terzo mandato: unico presidente a restare così a lungo. In effetti è servita una deroga allo Statuto per confermare Poletti. Il fatto è che la scadenza arriva nel mezzo del processo di unificazione delle tre centrali cooperative, avviato proprio dall`attuale presidente. Un`operazione niente affatto semplice. I numeri sono certamente fortissimi: Legacoop, Confcooperative e Agci contano insieme 43.000 imprese cooperative, un milione e 100.000 occupati, 127 miliardi di fatturato. Una vero «campione nazionale». Ma a dividere i tre «marchi» c`è la storia, il Dna, forse anche la politica. «Noi siamo più antichi? Abbiamo più soci? - dichiara un`ospite del congresso - Ma loro (Confcooperative, ndr) hanno le banche. E non è poco». Insomma, la strada è tutta in salita. Così, meglio mantenere le caselle ferme, almeno per ora. Poletti resta. Con il nodo Parmalat da sciogliere per Granarolo, quello dei tentativi di tornare al passato sulla vendita dei medicinali nei supermercati da fronteggiare, il peso delle tasse. Strada in salita anche per l`unità sindacale, di cui hanno parlato sia Camusso che Angeletti. «Noi abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare perché la frattura sindacale non attraversi l`intero mondo del lavoro - ha detto la prima - Ma questo non è uno sforzo che si può chiedere solo alla Cgil». Quanto alle divisioni a Bologna sul primo maggio, «meglio non farne un casus belli». ?