Resta forte il divario Nord-Sud: un indicatore della forbice è il tasso di irregolarità nel mercato del lavoro: al Sud è al 22%, al Nord al 10% La valutazione è della Svimez, con uno studio di Informazioni Svimez, che analizza il lavoro nero nelle aree del Meridione. Sulla base del nuovo schema di contabilità, nel 2003 ´in Italia il 13,5% (pari a oltre 3,5% milioni di unità) delle unità di lavoro totali sarebbe rappresentato da lavoro non regolare'. Una conferma del dualismo del mercato del lavoro italiano è evidente in una analisi del tasso di irregolarità per area geografica: ´Nel Mezzogiorno le unità non regolari rappresentano, infatti, il 22,8% del volume complessivo del lavoro, mentre nel Centro-Nord tale quota è pari a meno della metà (10,4%). Tali percentuali', continua la valutazione dello studio della Svimez ´equivalgono in termini assoluti a circa 1,5 milioni di unità di lavoro irregolare nel Mezzogiorno e a 1,8 milioni di unità nel Centro-Nord'. Rispetto al 2002 va rilevata una contrazione del tasso di irregolarità a livello nazionale di quasi 1 punto percentuale che si somma alla ulteriore riduzione registrata nel 2001: si è infatti passati dalla quota del 15% del 2000 e 2001, al 14,2% del 2002, sino al 13,5% del 2003. ´Tale dinamica', continua la Svimez, ´ha comportato nel complesso del triennio (2001-2003) a una riduzione delle unità di lavoro irregolari di oltre 200 mila (-6%). Su tale risultato hanno certamente influito, in maniera significativa, gli effetti del provvedimento di regolarizzazione dei lavoratori immigrati'. La moderata tendenza alla contrazione dell'irregolarità ha riguardato nel complesso del periodo 2000-2003 ´con continuità la sola ripartizione centro-settentrionale, nella quale la quota di unità di lavoro irregolare sull'occupazione complessiva è passata, attraverso soluzioni successive, dal 15% del 2000 al 13,5% del 2003 (corrispondente a una riduzione di circa 230 mila unità)'.
Nel Mezzogiorno, invece, dopo l'incremento di 1 punto percentuale fatto registrare nel 2001 e dopo la stazionarietà del 2002, nel 2003 ´il tasso di irregolarità ha fatto segnare una sia pur contenuta riduzione: 232% nel 2000, 23% nel 2001 e 2002, 22,8% nel 2003.
´Nel complesso dell'ultimo triennio', precisa la Svimez, ´il numero degli irregolari è aumentato di oltre 100 mila unità'. A livello settoriale il valore più elevato di lavoro irregolare si registra in agricoltura (33%), seguita dai servizi (16,5%) e dalle costruzioni (12,2%).
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