Lavoro, in Senato prove di disgelo

Slitta il voto sugli ammortizzatori - Sacconi: ma l'articolo 18 resterà in Parlamento Lavoro, in Senato prove di disgelo
Lina Palmerini
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ROMA - Riforma degli ammortizzatori e degli incentivi all'occupazione rinviati. Ieri la commissione Lavoro del Senato ha accantonato l'esame degli articoli spostandone la discussione in fondo, insieme alle modifiche sui licenziamenti e all'arbitrato (contenuti nell'articolo 10 e 12 della delega-lavoro). La proposta del relatore, Oreste Tofani (An), appoggiata dal Governo, è passata con l'astensione dei Ds e della Margherita e con il voto contrario dei Verdi e di Rifondazione. «In questo modo si prepara il pacco per dividere il fronte sindacale», hanno spiegato i senatori Natale Ripamonti (Verdi) e Tommaso Sodano (Prc) che in questo rinvio leggono i preparativi per escludere la Cgil da un eventuale accordo con il Governo sulla riforma del mercato del lavoro. In realtà, quello di ieri, è davvero un segnale politico per la ripresa del dialogo. Innanzitutto passa l'idea che la riforma degli ammortizzatori sociali non sarà a costo zero, come scritto nella delega. Poi, si concede tempo in vista della convocazione da parte del Governo e della ripresa della trattativa. «Ma questo - ha detto il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi - non vuol dire che ci sarà una soppressione delle modifiche sull'articolo 18. Deve essere chiaro che quella riforma resta e resterà in Parlamento. Semplicemente riteniamo che i tre articoli siano tra loro coerenti e finalizzati al raggiungimento di uno stesso equilibrio». La riforma della legge sui licenziamenti resta, dunque, anche se è da vedere come e dove. Se si sta davvero lavorando per trovare un accordo, sia pure con una parte soltanto del sindacato, una mediazione sull'articolo 18 andrà trovata. Intanto, fino al 26 maggio, data del voto amministrativo, in Parlamento non si pronuncerà la parola licenziamenti. Il Senato infatti lavorerà ancora oggi e poi la prossima settimana per poi interrompere prima delle elezioni. E, anche la convocazione, potrebbe solo avere un avvio formale prima della prova delle urne. Si cerca, poi, una via d'uscita sui finanziamenti per i nuovi ammortizzatori sociali. «La coperta è quella», aveva detto il sottosegretario all'Economia Vegas smorzando le aspettative. E sembra che la resa dei conti sulle risorse non arriverà neppure con il Documento di programmazione economico e finanziario. «Nel Dpef - ha spiegato Sacconi - ci saranno le linee di riforma e non i soldi e non è neanche detto che le cifre si faranno al tavolo con i sindacati. L'unica sede in cui ci saranno impegni formali sarà la Finanziaria». Oggi la commissione Lavoro passa all'esame della riforma dei contratti a causa mista, contratti di formazione lavoro e apprendistato ma il via libera di ieri all'articolo 1 ha già spalancato la strada a importanti novità. Innanzitutto, la liberalizzazione dell'ingresso dei privati (agenzie di interinali) nel collocamento: in nuce si prospetta la creazione di job center sul modello anglosassone. Poi la cancellazione del divieto di interposizione di manodopera e il via libera allo staff leasing (vedi anche Sole di ieri). E, più importante, l'eliminazione del vincolo dell'autonomia nei casi di trasferimento di ramo d'azienda (outsourcing). Un articolo che il relatore vuole modificare in Aula anche se il Governo è fermamente contrario a qualsiasi ritocco. Sul fronte previdenziale, invece, l'Esecutivo presenterà un emendamento per superare i problemi di copertura finanziaria: lo ha ufficializzato ieri in commissione Lavoro della Camera il sottosegretario Pasquale Viespoli (vedi anche Sole 24 Ore del 22 marzo). Giovedí 09 Maggio 2002
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