Lavoro, il negoziato parte in salita
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(Del 27/2/2002 Sezione: Economia Pag. 16)
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TECNICI DELLE PARTI SOCIALI A CONFRONTO, ASSENTI I SEGRETARI. IL PROSSIMO INCONTRO A META´ MARZO DOPO IL CONGRESSO DELLA UIL |
Lavoro, il negoziato parte in salita |
Il governo garantirà i futuri accordi |
ROMA
Da ieri, almeno formalmente, il tavolo di confronto tra le parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro è aperto, ma il negoziato, se mai entrerà nel vivo, non promette nulla di buono. Nessuno dei tre sindacati vuole discutere le modifiche all´articolo 18, ma continuano a scambiarsi accuse tra di loro sull´opportunità di partecipare alla trattativa e sulle forme di mobilitazione. La Cgil, che ha deciso di disertare e che ieri ha confermato lo sciopero generale del 5 aprile, accusa la Uil e la Cisl di incoerenza. La Cisl replica sostenendo la linea del dialogo, ma i suoi metalmeccanici hanno già deciso di scioperare e la Uil, vicina al congresso, ribadisce che se il governo insisterà sull´articolo 18 sarà sciopero generale. Il tutto mentre la Confindustria ribadisce la necessità di modificare lo Statuto dei Lavoratori e il governo, dopo aver chiarito che non ci sono grandi risorse finanziarie per le riforme, prepara gli spot in tv contro la disinformazione sulle sue iniziative, bandendo una gara da 155 mila euro. La riunione di ieri al ministero del Lavoro condotta dal sottosegretario Maurizio Sacconi, assenti la Cgil e la Uil, è servita soltanto a fissare il primo incontro di merito, che si terrà il 13 o 14 marzo prossimi in Confindustria. «Si è solo delimitato il campo di gioco con le sedi e le date, peraltro ancora da definire. Forse per non rompersi subito le gambe» ha detto il segretario generale della Confartigianato, Francesco Giacomin, rendendo bene l´aria che si respira intorno alla trattativa. «Abbiamo avviato il negoziato e definito il metodo, guadagnando un passaggio non significativo dal punto di vista politico, ma necessario per fissare alcune regole. Mi auguro che questa riunione non dia luogo a contestazioni metodologiche» ha detto Sacconi facendo riferimento all´assenza della Uil. «D´ora in avanti - ha aggiunto - il negoziato sarà un gioco libero tra le parti. Il governo si limiterà a un ruolo di assistenza tecnica e giuridica, per far sì che eventuali avvisi comuni possano essere immediatamente trasposti in testi di legge». Ovviamente, ha detto Sacconi, «gli argomenti sul tappeto sono tutti quelli della delega, compreso l´articolo 18». Starà ai sindacati che partecipano alla trattativa convincere il governo a eventuali modifiche. In ogni caso, ha osservato il sottosegretario al Lavoro, gli scioperi e le manifestazioni indetti da Cgil, Cisl e Uil non sono «il viatico migliore per aprire un confronto, anche se c´è una differenza tra Cisl e Uil, che vogliono spiegare alla base la loro iniziativa sindacale, e la contestazione radicale della Cgil. Ora però che le parti hanno iniziato un confronto sarebbero auspicabili toni meno accesi, non l´esposizione di truppe o le accuse reciproche. In un certo senso - ha concluso - siamo in una fase di tregua». Auspicio vano: tra Cgil, Cisl e Uil continuano a volare parole grosse. «Li ho lasciati a fare danni tra di loro» ha detto il responsabile delle politiche comunitarie della Cgil, Walter Cerfeda, abbandonando l´incontro al ministero quando la discussione è passata dallo statuto della società europea alla riforma del lavoro. Ha proseguito il numero due della Cgil, Guglielmo Epifani, da Palermo: «Cisl e Uil hanno imboccato una strada pericolosa. Non si capisce perché dopo aver mobilitato i lavoratori contro le deleghe al governo e ripetuto che nessuna trattativa era possibile senza lo stralcio dell´articolo 18, ora abbiano cambiato parere. E´ una contraddizione». «Epifani e Cerfeda la smettano di insultare gli altri sindacati» ha replicato il segretario confederale della Cisl, Giacomo Santini, mentre da Cagliari Savino Pezzotta ribadiva che «la Cisl vuol provare tutte le strade prima di arrivare alla decisione della lotta generale. Vogliamo discutere anche di altri argomenti importanti come gli ammortizzatori sociali». I metalmeccanici della Cisl, però, già ieri hanno proclamato quattro ore di sciopero per dare più forza alla confederazione nella trattativa: «Abbiamo chiari - ha detto il segretario della Fim, Giorgio Caprioli - i rischi di un negoziato con la Confindustria arroccata». Mentre Sacconi ha ammonito: «Le parti non pensino di trovare accordi sugli ammortizzatori sociali troppo costosi, che il governo si troverebbe a non poter recepire». La Confindustria ammette che non si profila «una trattativa facile», ma il responsabile delle relazioni sindacali, Guidalberto Guidi, è ottimista. Anche i sindacati Cisal e Ugl hanno definito positivo l´incontro, ma la Cna e la Casartigiani esprimono dubbi sul metodo del confronto.
m. sen.
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